Ogni anno, il 25 novembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un fenomeno che purtroppo ancora rientra nella cronaca quotidiana e non accenna a diminuire.
La data fu scelta da un gruppo di donne attiviste riunitesi nell’“Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi”, tenutosi a Bogotà nel 1981. L’Assemblea Generale dell’ONU poi ha ufficializzato questa data.
Il 25 novembre del 1960 le tre sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono violentate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Le Mirabal sono considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore della Repubblica Dominicana per oltre 30 anni.
La Convenzione di Instanbul, poi nel 2011, all’articolo 3 diede questa prima definizione: “La violenza nei confronti delle donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione, che provoca danni e sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata”.
Ciò di cui parliamo, è un gravissimo fenomeno sociale a cui l’Arma cerca di porre un argine con impegno quotidiano, contrastando ogni forma di violenza di genere, perseguendo in modo fermo con tutti i mezzi previsti dalla normativa di settore la violenza contro le donne e, in particolare, quella sviluppata nell’ambito delle relazioni familiari, quest’ultima caratterizzata da maggiore complessità a causa dall’interazione di più fattori: individuali, sociali, relazionali e culturali.
La tutela delle vittime di violenza rappresenta un settore strategico delle politiche di prevenzione e contrasto dei Carabinieri, in attuazione al paradigma delle cosiddette 4 “P” della citata Convenzione: Prevenire, Perseguire, Proteggere e Politiche integrate. Su tali presupposti, negli ultimi anni, sono state intraprese numerose azioni concrete per innalzare il livello di protezione assicurato alle vittime di violenza.
In ordine temporale, come ormai noto, già dal 2013, i Carabinieri hanno realizzato una “Rete Nazionale di Monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere” composta da militari dotati di competenza certificata nel delicato settore che facilitano un intervento operativo tempestivo e aderente ai singoli casi, fungendo anche da punto di riferimento qualificato per tutti gli altri Carabinieri sul territorio.
Inoltre, dal 2015, è attivo il progetto di collaborazione con l’associazione “Soroptimist International d’Italia” denominato “una stanza tutta per sé” che ha consentito di realizzare, presso numerosi comandi dislocati sul territorio nazionale, sale dedicate all’ascolto delle vittime vulnerabili dotate anche di arredamenti studiati per renderle più accoglienti. In provincia di Catanzaro le stanze dedicate sono tre: nel capoluogo, a Lamezia Terme e a Soverato.
Ultima iniziativa è la nascita di un nuovissimo e tecnologico progetto chiamato ”Mobile Angel”, lo smart watch contro la violenza di genere. Uno strumento nato dalla collaborazione tra Arma dei Carabinieri, Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International club di Napoli, Milano alla Scala, Milano Fondatore e Torino. Il progetto è nato nel 2018. “Mobile Angel” è un dispositivo connesso al telefono cellulare su cui è installata un’app dedicata in grado di attivare una richiesta di intervento presso l’Arma dei Carabinieri al numero di emergenza 112. Nella sperimentazione sono state coinvolte anche le Procure della Repubblica dei citati capoluoghi, compresa quella di Ivrea (TO).
Anche nel 2023, come nei precedenti anni, l’attività di contrasto in provincia di Catanzaro, se si prendono in esame alcuni reati “spia” quali le percosse, le lesioni, le minacce, le ingiurie, i maltrattamenti in famiglia, le violenze sessuali, revenge porn e stalking in danno di donne, ha fatto rilevare un aumento del fenomeno criminale rispetto al precedente anno. Dal dossier annuale del Viminale emerge che, relativamente al periodo 1 gennaio – 12 novembre 2023, sono state uccise 102 donne, di cui 82 in ambito familiare/affettivo e 53 per mano del partner/ex partner. Dati che confermano un aumento rispetto alla precedente rilevazione.
I comportamenti violenti si manifestano principalmente in condotte che integrano i reati di maltrattamenti di familiari o conviventi, lesioni personali, violenza sessuale e atti persecutori c.d. “stalking”. In particolare, nel 2023, l’attenzione e l’attività dei Carabinieri in provincia di Catanzaro nel delicato settore è rappresentata in termini numerici dall’arresto di ben 19 persone, di cui 13 per maltrattamenti in famiglia, 2 per lesioni personali, 4 per “stalking”.
Altro dato di rilievo, in notevole aumento, indice che il coraggio delle vittime è sempre più forte nel voler denunciare i propri aguzzini, è quello del numero di persone denunciate all’Autorità Giudiziaria ben 221 in tutta la provincia, nonché quello relativo a 55 soggetti colpiti, a vario titolo, da misure cautelari differenti dall’arresto quali, ad esempio, l’allontanamento dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.
Tra i tanti drammi e tragedie consumatesi tra le mura domestiche, ricordiamo ciò che è accaduto la sera del 15 gennaio del 2022 quando nel reventino catanzarese, un marito, 49enne, colto da raptus di follia al termine di un litigio, uccise la moglie strangolandola nel letto e uccidendola. L’assassino, dopo l’insano gesto, dapprima aveva tentato di rianimarla e poi aveva allertato i soccorsi, ma ormai non c’era null’altro da fare che accertarne il decesso. Inoltre, ancora è vivo il ricordo della tragedia che proprio il 25 novembre del 2020 portò i Carabinieri ad identificare ed arrestare un 37 enne di Badolato autore dell’efferato omicidio della sua ex amante, una donna 52 enne di Stalettì, uccisa due giorni prima a coltellate sulla scogliera di Pietragrande.
Tra le iniziative dell’Arma di Catanzaro, realizzate anche nell’ambito della campagna internazionale “orange the world 2023” lanciata ogni anno da Soroptimist, proprio il prossimo 25 novembre le caserme di Catanzaro Principale, Soverato e Lamezia Terme saranno illuminate e si coloreranno di arancione, colore scelto a simbolo di un futuro senza violenza di genere, per ricordare a tutte le vittime che c’è un luogo sicuro a cui rivolgersi.
Inoltre, dal 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza, al 10 dicembre, giornata internazionale per i diritti umani che coincide con il Soroptimist Day, partiranno i 16 giorni di attivismo che vedranno realizzate iniziative ed azioni di sensibilizzazione utilizzando in tutta la comunicazione il colore arancione, simbolo di un futuro senza violenza di genere, il motto dell’Unione scelto è: NON ACCETTARE NESSUNA FORMA DI VIOLENZA – CHIAMA IL 1522 abbinato come nel 2022 alla campagna di comunicazione della Federazione READ THE SIGNS : riconosci i segnali di una relazione tossica per combattere la violenza domestica.
Sabato 25 novembre, a Catanzaro, a partire dalle ore 11.00 e fino alle 14.00 in Piazza Rossi, dinnanzi la Prefettura, nonché nel corso del pomeriggio a Montepaone e a Maida presso i rispettivi Centri Commerciali “Le Vele” e “I due Mari” ci saranno stands ove personale femminile dell’Arma anche insieme a soci di Soroptimist distribuiranno materiale promozionale, cercando in tal modo di collaborare alla diffusione di una cultura sociale libera da ogni forma di violenza specie da quella determinata da arcaici pregiudizi di genere. Ancora, il successivo 24 novembre presso l’Istituto Tecnico Industriale “E. Scalfaro” di Catanzaro ci sarà un incontro con gli studenti dove i Carabinieri parleranno del grave fenomeno sociale.
Inoltre, in tutta la provincia, i Carabinieri faranno incontri all’interno delle scuole per sensibilizzare i giovani sul delicato e importante tema.
Quindi, una forte mobilitazione per prevenire la violenza domestica riconoscendo in tempo quei segnali (gelosia, controllo, manipolazione, collera) che porteranno la relazione a diventare “tossica”, pericolosa per la propria incolumità.
In questo ambito, i Carabinieri sostengono l’efficacia di ogni singola iniziativa di sensibilizzazione sociale sul fenomeno che deve integrarsi in un’azione corale che grazie ad adeguati strumenti e immagini coordinate (poster, banner, videoclip) aiuti le donne a leggere in tempo comportamenti, atteggiamenti del proprio partner prima che sfocino in vera e propria violenza fisica. Il fine ultimo è diffondere una maggiore consapevolezza, affinché le donne non accettino nel silenzio soprusi e prevaricazioni, ma trovino la forza di allontanarsi, di troncare una relazione e di denunciare.
stefaniasapienza@calabriainchieste.it