RENDE (Cs) – Un gruppo di studenti ha occupato l’Aula Caldora dell’Università della Calabria, a Rende «per dimostrare solidarietà al popolo palestinese e, al tempo stesso, contestare la mancata presa di posizione della governance del nostro ateneo rispetto al genocidio operato da Israele».

«Nelle scorse settimane – è scritto in una nota – abbiamo avviato una mobilitazione in tutto l’ateneo, in risposta all’appello di Giovani Palestinesi d’Italia e a quello della Birzeit University, col fine di sensibilizzare la comunità accademica sull’ennesimo episodio dell’oppressione israeliana in Palestina, nonché ottenere una presa di posizione da parte della governance dell’Università della Calabria a favore di un cessate il fuoco, per la fine di qualsiasi coinvolgimento dell’UniCal in progetti di produzione di armamenti e dei rapporti della stessa con aziende della filiera bellica, come Leonardo Spa».

«Mentre continuavano i bombardamenti dell’esercito israeliano e l’accanimento contro profughi e persone ferite negli ospedali e nelle scuole utilizzate come rifugio – proseguono gli studenti – abbiamo proseguito la mobilitazione attraverso volantinaggi, assemblee pubbliche e manifestazioni spontanee, alla ricerca di una risposta istituzionale al nostro appello, il quale ha raccolto centinaia di firme nel corpo accademico in breve tempo.

Dopo oltre una settimana, in un incontro con il magnifico rettore Nicola Leone, abbiamo constatato la completa mancanza della volontà politica di opporsi alla pulizia etnica in corso e di prendere una posizione che riconosca i crimini di guerra commessi dallo stato israeliano».

«Registriamo inoltre che l’incontro si è tenuto in un clima poliziesco, che ci ha accompagnato in tutto il periodo della mobilitazione, in linea con una generale criminalizzazione della solidarietà a livello internazionale».

«Non possiamo restare fermi – concludono – e rassegnarci al silenzio complice delle istituzioni! Da oggi l’Aula Caldora sarà il punto di riferimento dei prossimi appuntamenti della mobilitazione, assemblee e iniziative di approfondimento per allargare il dibattito su questi argomenti».

Per domani è previsto un presidio di contestazione del Senato accademico.

Nessuna presa di posizione pubblica sull’attacco terroristico di Hamas a Israele e sugli oltre 1500 morti israeliani, né sull’utilizzo delle strutture sanitarie di Gaza come basi terroristiche e deposito di armi, come dimostrano oggi i video diffusi da Israele.