FUSCALDO (Cs) – Il partito “Noi Moderati” sezione Fuscaldo, diretto dal commissario Francesca Perrotta, sostiene con forza, determinazione e convinzione, la battaglia avviata ormai dal 2011 dal movimento politico “Fuscaldo Europea” sul “caso del Convento” dei padri passionisti di Fuscaldo, chiuso e in fase di spoliazione e cessione a privati.
«Alla luce del tempo trascorso – spiega in una nota Francesca Perrotta – è giunto il momento di restituire il luogo di culto alla cittadinanza e ancor prima del luogo stesso, urge restituire la verità che i cittadini fuscaldesi devoti meritano.
Il Convento non è solo un luogo di culto dedicato al Santo Patrono Calabro San
Francesco di Paola, ma è il simbolo identitario di tutta Fuscaldo; una Fuscaldo che
trepidante attende che le venga restituito.
Fino all’anno 2011, definito dal nostro partito “annus horribilis” con la chiusura
“affrettata” della chiesa conventuale, la storia della presenza centenaria dei padri
passionisti a Fuscaldo è stata decisamente positiva.
Successivamente, la comunità fuscaldese ha dovuto registrare una serie di episodi che evidenziano uno scenario sconfortante.
Per questioni “vocazionali” i padri passionisti hanno dovuto lasciare la
comunità fuscaldese; per problemi di sicurezza hanno “spogliato” il Convento del
tesoro appartenente alla comunità fuscaldese, trasferendolo in altri luoghi; per esigenze “economiche” hanno messo in vendita il Convento di Fuscaldo, pur non essendo loro i proprietari.
Altri quesiti, altre preoccupazioni albergano nella comunità di Fuscaldo in merito al
Convento. Il più importante è certamente legato al finanziamento di 1 milione di euro avuto dalla Regione Calabria per un cantiere che ad oggi risulta fermo», denuncia Perrotta.
E si chiede: «Perché il governo comunale non comunica alla cittadinanza gli ostacoli che
impediscono la ripresa dei lavori? Eppure sappiamo che all’interno del Comune ci sono
tecnici capaci di risolvere problemi complessi. Forse quest’ultimi vengono utilizzati
per altre mansioni?», si chiede il commissario territoriale.
E conclude: «A questo punto ci si chiede, quanto ancora si dovrà attendere? Tutte li
interrogate in merito, perché non rispondono? La battaglia è appena iniziata e noi
andremo fino in fondo».