Il contenitore dell'acqua dove ha bevuto il cane morto avvelenato alcuni giorni addietro

FALERNA (CS) – «Quello che si sta verificando a Falerna è incredibile. Non solo c’è chi sta seminando veleno ovunque per sterminare tutti i randagi del territorio restando impunito https://www.calabriainchieste.it/2023/11/18/avvelenata-unalt…mplici-cittadini/, ma i cittadini hanno anche paura a firmare le petizioni». E’ la denuncia di Alessia Martire, prima dei non eletti in seno al Comune di Amantea e insegnante.

«Per evitare che la cagnolina avvelenata alcuni giorni addietro – e poi salvata dai Carabinieri e dalla Polizia locale – finisse nuovamente in strada e venisse avvelenata per la seconda volta, con un’amica che mi aiuta a dare in adozione i randagi avevamo penato di utilizzare un terreno del Comune abbandonato e recintato come “casa” temporanea». 

Nel momento in cui, però «ci siamo attivate per raccogliere le firme..la sorpresa, nessuno ha voluto firmare per non esporsi. Non abbiamo capito bene di chi, precisamente, i cittadini avessero paura, fatto sta che la petizione è morta, e dall’amministrazione ci hanno liquidate con un semplice “poi vediamo”».

Morale della favola? La cagnolina finirà nuovamente per le strade di Falerna disseminate di acqua, pasta e polpette blu. E, intanto, l’associazione che si dovrebbe occupare della loro cattura, ricovero e mantenimento che fine a fatto? E il sindaco, considerando che sul suo territorio si sta perpetrando un reato punito dal codice penale, perché non interviene? E, soprattutto, chi potrebbe avere interesse a uccidere i cani randagi e perché?

Tutte queste domande troveranno presto risposte nelle stanze della Procura di Paola.

stefaniasapienza@calabriainchieste.it