CASTROVILLARI (Cs) – La raccolta per la 27^ giornata nazionale del Banco Alimentare nelle scuole cittadine ha fruttato 1.370,5 kg di cibo (portando l’asticella nel capoluogo del Pollino da 4973 chilogrammi, messi insieme il 18 novembre, a 6.343,5 chilogrammi), ed ha svelato pure come i più piccoli pensano ai loro simili. Un risultato importante per la città.
E’ quanto fa sapere in una nota la Fondazione Banco Alimentare Onlus di Castrovillari.
«Non a caso nelle donazioni non sono mancati dolci come ovetti di cioccolato e giocattoli come peluche.
Gesti che rappresentano bene il Cuore dei più piccoli e dei giovanissimi, che spiazzano e sorprendono, interrogando ancora gli adulti su una Giornata che suscita e apre oltre ogni previsione e programmazione, facendo percepire cura e sincerità.
E’ con questa bellezza, visibile, che si sono mossi tanti alunni e studenti – sottolineano gli organizzatori – inteneriti, chi ha guidato questa raccolta degli istituti di ogni ordine e grado a Castrovillari grazie al coinvolgimento ed inclusione di dirigenti scolastici, docenti e collaboratori che hanno supportato i ragazzi nelle attività di mercoledì e giovedì come era stato annunciato nei giorni scorsi per il 22 e 23 novembre.
Un mettersi in gioco – con occhi e visi felici, soddisfatti di esserci – che ha detto tanto per comprendere cosa significa veramente affiancare il bisogno e, attraverso questo, costruire pure coesione sociale: quella che lega e genera umanità nuova.
Non a caso l’idea di fondo dell’iniziativa è partecipare da protagonisti per vivere intensamente il reale. Una testimonianza che trascina e stupisce, meravigliando per ciò che provoca attraverso l’implicazione di ciascuno.
La proposta a questi ragazzi – rilanciano dal Banco – vuole far riscoprire la gratuità come dono che va coltivato.
Un modo per fissare il momento di carità, come dimensione fondamentale del vivere, e per trasformarlo in un propellente che, nel tempo, possa mutarsi in una continua opportunità di crescita diffusa e presupposto per una convivenza capace di costruire una prospettiva di pace. E’ una delle cose più formative che si possa immaginare e che la compagnia come metodo aiuta a creare. Insomma siamo un tutt’uno con chi vuole il bene comune in questa reciprocità d’intenti».