Qual è il prezzo giusto per l’olio extra vergine di oliva? È questa una delle principali domande che, negli ultimi tempi, si pone il consumatore. Ed è questa una delle risposte che il Consorzio dell’olio di Calabria Igp non può disattendere. Soprattutto in un periodo di netta crescita del settore e dopo i tantissimi risultati ottenuti per uno slancio di qualità e di comunicazione non secondario.
«Per trovare il prezzo giusto per l’olio extra vergine di oliva occorre fare i calcoli con perizia, studiare i clienti, applicare i giusti aumenti, formare i consumatori all’utilizzo del vostro prodotto in maniera funzionale», dicono ad esempio da “Teatro Naturale” che si occupa di agricoltura, alimentazione e ambiente.
«A quanto vendi il tuo olio? Dopo Quanto hanno reso le tue olive?»,
è la seconda domanda che si sente più spesso in questo periodo. La risposta oggettiva è molto complessa, si dovrebbe dedicare un lungo approfondimento soltanto ai costi di una azienda agricola. Semplificando il tutto diciamo che il costo dell’olio dovrebbe essere il risultato del calcolo matematico dei costi della propria produzione più un guadagno desiderato. Il calcolo dei costi non è certo semplice, costi amministrativi, costi agricoli, costi marketing, costi gestione, ecc..», dicono dal Consorzio presieduto da Massimino Magliocchi.
Tenendo presente gli innumerevoli aumenti di quest’anno, è sempre tutto molto difficile.
Sempre tornando all’autorevole inchiesta di Teatro Naturale, “Il “mood” del momento è urlare che i prezzi della GDO non sono stati mai così alti (la GDO è il vicino più controllato in questo momento), la stessa che vendeva il 70% dell’olio consumato in Italia e che, nel giro di pochi mesi, capendo che la sostituzione dell’olio extravergine (prodotto civetta) con l’olio di semi non avrebbe avuto così tanto successo, ha trasformato l’olio extravergine in prodotto premium a 13-14 € al litro, creandosi un nuovo mercato.
In questo momento ci sono grosse porzioni di mercato a disposizione. «Il prezzo non può essere l’unica discriminante per vendere l’olio anche se il momento storico è particolare, aver il proprio olio con un prezzo molto vicino ai prezzi della GDO potrebbe essere spiacevole», emerge dallo studio.
Per il Consorzio dunque «occorre aggiornare il prezzo dell’olio in modo da dare dignità alle aziende, remunerare il lavoro in modo da incentivare la produzione e non soltanto perché la Gdo ha un prezzo alto». Senza sotterfugi o, peggio, prezzi non equilibrati per non perdere metri nel mercato. La qualità, su ogni casa, paga e ripaga sempre.
stefaniasapienza@calabriainchieste.it