La Commissione ambiente del Parlamento Europeo ha detto si all’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate,
oltre che per il miele per il quale vengono rese ancora più trasparenti le etichette con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele.
«Questa svolta in atto sulla frutta – ricorda Coldiretti Calabria – completa un percorso iniziato nel 2000 con l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina consumata che si è esteso grazie alla battaglia della Coldiretti in Europa e in Italia, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi, dal riso e pasta fino a decorrere dal 1 gennaio 2025 alla frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano».
Questo è «un ulteriore passo importante fortemente sollecitato dalla Coldiretti impegnata da danni nel percorso di trasparenza dell’informazione ai consumatori sull’origine degli alimenti portati a tavola, a tutela della libertà di scelta».
Un obiettivo importante «sul piano della salute, dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente che tutela le piante di frutta fresca che negli ultimi quindici anni sono in diminuzione con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat».
Un trend pericoloso favorito anche «dalle importazioni di prodotti low cost di frutta da destinare alla trasformazione industriale in succhi e marmellate dall’estero dove spesso non vengono rispettati gli stessi criteri in termini di rispetto dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza alimentare, secondo il principio di reciprocità».
Per quanto riguarda la decisione di una più completa etichettatura del miele, il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto sottolinea come «questo rafforza e rende più appetibile il recente bando del Dipartimento Agricoltura per l’annualità 2024, che prevede risorse per euro 1.343.388, per sostenere la tutela e lo sviluppo dell’apicoltura e riservato a apicoltori e imprenditori apistici calabresi. Questo delle api conclude – è un settore essenziale per la biodiversità animale e vegetale con una presenza imprenditoriale in crescita da parte dei giovani».
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