Simone Celebre

«La situazione delle infrastrutture in Calabria è tragica».

 A denunciarlo Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria, sulla scorta di dati statistici e studi recenti.

«Che la Calabria non sia competitiva a livello infrastrutturale purtroppo non è un segreto per nessuno, ma quanto certificato dal recente studio realizzato dalla Svimez, da Conftrasporto e dal Rapporto Pendolaria 2023 di Legambiente, è davvero qualcosa di particolarmente grave e preoccupante».

Stante a quanto si attesta nel Rapporto dell’Osservatorio di Conftrasporto – Confcommercio Trasporti presentato all’ottavo Forum Conftrasporto – Confcommercio, assieme allo studio sulle infrastrutture redatto dalla Svimez, risulta che «la nostra Regione ha perso ben 5 posizioni rispetto a quattro anni fa nei confronti delle Regioni europee. Il gap infrastrutturale della nostra Regione, quindi, diventa sempre più grave e, soprattutto, invece di diminuire aumenta sempre più. Un dato che assolutamente non può passare inosservato perché “l’indice di competitività delle regioni europee …. misura l’accessibilità alle infrastrutture, la capacità di ridurre le distanze effettive per spostamenti di persone e merci piuttosto che la pura dotazione».

Lo studio realizzato dalla Svimez dimostra, «qualora ce ne fosse bisogno, il drammatico livello infrastrutturale esistente in Calabria e il forte gap nei confronti del Nord. Una situazione disastrosa».

Per Fillea CGIL Calabria «non si può e non si deve perdere più tempo. Riteniamo che il tempo della “melina” sia finito e che bisogna adoperarsi fattivamente per aumentare e migliorare l’attuale dotazione infrastrutturale. I dati venuti fuori “mettono in luce ancora di più il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi” e dimostrano come sia necessario e urgente che si inverta la marcia».

Non è più accettabile, infatti, «avere un Autostrada come l’A2, la Salerno – Reggio Calabria, che, fin dalla sua inaugurazione, è in continua manutenzione. Così come non è possibile continuare ad accettare la statale 106 jonica (Taranto – Reggio Calabria) che continua a essere la “strada della morte” e il cui tracciato, a sud di Sibari, è una vera e propria mulattiera. Per non parlare della catastrofica situazione ferroviaria esistente in questa nostra Regione».

Il quadro che fotografano sia gli studi sulle infrastrutture redatti dalla Svimez e sia il Rapporto  Pendolaria 2023 di Legambiente «è veramente desolante. Lo studio redatto della Svimez certifica nel Mezzogiorno, oltre a una scarsa, quasi irrisoria, presenza dell’alta velocità, che solo il 58% della rete è elettrificata e che solo il 31,7% della rete è a doppio binario. Catastrofico il quadro fotografato dal Rapporto Pendolaria 2023 per quanto attiene la situazione ferroviaria calabrese. Il 70% dei 965 chilometri della rete ferrata calabrese è a binario unico e quasi la metà dell’intera rete non è elettrificata, mentre l’Alta Velocità per l’intera tratta jonica è una vera e propria chimera».

Si è di fronte, quindi «a una situazione infrastrutturale che non è più accettabile e che continua a pregiudicare lo sviluppo, non solo economico, ma sociale, culturale e civile di un’intera Regione.  Alla luce di questi dati, riteniamo che si debba intervenire immediatamente per rendere, una volta per tutte, l’A2 una autostrada sicura e al passo con i tempi, per completare l’ammodernamento dell’intera statale jonica 106 e, soprattutto, per rendere la rete ferroviaria, in special modo la tratta jonica, competitiva con quella dell’intero Paese lavorando non solo alla sua completa elettrificazione ma anche a una presenza dell’Alta Velocità».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it