DIAMANTE (Cs) – Il Comitato difesa ambiente di Diamante e Cirella interviene sulla decisione dell’amministrazione comunale di destinare l’ex edificio scolastico di Cirella a presidio di Polizia.
«La notizia che una stazione della Polizia di Stato sorgerà nell’ex edificio scolastico di Cirella ha davvero dell’incredibile e ci lascia stupiti. Cirella è destinata a sparire e a non avere un futuro», si legge in una nota stampa.
Senza considerare che «quella scuola nei prossimi anni avrebbe potuto essere riutilizzata con uno sforzo da parte dell’Amministrazione Comunale e della dirigenza scolastica e ritornare scuola. Quella scuola potrebbe essere un polo culturale, una biblioteca, un centro giovanile, un qualsiasi cosa al servizio della popolazione cirellese considerata sempre di più come carne da macello elettorale, e non un regalo alla Polizia senza nulla togliere al loro ruolo ed alle loro prestazioni, che molto probabilmente ce ne sarebbe bisogno in altri paesi della costa ben toccate dalla criminalità organizzata con continui attentati e addirittura omicidi».
Già «con la destinazione a Casa Famiglia dell’ex scuola elementare nella Piazza principale del paese, si è tolta una possibilità ai cirellesi di costituirvi una grande piazza con negozi e attività sociali per i giovani, già con l’ACI si vorrebbe togliere una villa comunale destinata ai bambini per regalarla ad una struttura che ne farà un uso privato con piscina e bungalow, cosa rimarrà ai cirellesi ci chiediamo? Già con l’ex asilo delle suore destinata a struttura alberghiera con tanto di spiaggia privata si è tolta la possibilità di farne altro. Un’amministrazione senza idee che persegue solo l’uso privato di cose civiche e pubbliche la dice lunga sul destino del nostro paese e non solo di Cirella».
Una stazione di Polizia che «già sappiamo servirà per un’inaugurazione in grande stile con la presenza di autorità nazionali, con tanto di benedizione del Vescovo, con la presenza di qualche magistrato importante e interviste elettorali che già conosciamo sulla legalità, sulle droghe, sulla criminalità, sulla necessità della sicurezza e via dicendo».
Infine: «Quello che resterà saranno solo macerie di una cittadina che resterà senza alcuna possibilità di potersi sviluppare verso un turismo sostenibile, archeologico, ambientale».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it