Tirocinanti calabresi protagonisti, mesi fa, di un sit-in di protesta

REGGIO CALABRIA – Un gruppo di tirocinanti utilizzati in numerosi Enti pubblici, staziona da stamattina davanti a palazzo Campanella sede del Consiglio regionale, per richiamare l’attenzione sulla loro condizione.

Sono circa 4.000 in tutta la Calabria, utilizzati tra Comuni, Province, Asp e altri Enti. Suppliscono e sostituiscono il personale mancante nello svolgimento di varie attività.

«In alcuni casi sono proprio determinati per il funzionamento degli Enti – sottolinea Luca Muzzupappa della Uil-Temp Calabria – Sono ormai 13 anni che svolgono il cosiddetto tirocinio che va assolutamente superato.

Ricevono solo un sussidio di 700 euro mensili, senza nessun diritto riconosciuto, come ferie, contribuzione utile al pensionamento».

«La nostra proposta è quella di riprendere l’emendamento che è stato presentato e poi ritirato alla legge finanziaria – dice Saverio Bartoluzzi dell’Usb Calabria -. Un emendamento, con relativa copertura finanziaria, che preveda un percorso a step per la loro stabilizzazione, e una prima contrattualizzazione che comprenda il riconoscimento dei diritti previsti per i dipendenti pubblici».

«Siamo qui per questo, per spingere la politica locale a fare pressione sul Parlamento, sul governo – afferma Ivan Ferrato della Nidol-Cgil Calabria – per recuperare in extremis questo emendamento, che in una prima fase sembrava essere stato recepito dalla politica nazionale. In quella prima stesura si parlava di stabilizzazioni, procedura che prevedeva altre regole, più rigide, per questo, abbiamo chiesto che sia messo in pratica lo stesso percorso che in passato ha riguardato gli Lsu-Lpu, per dare concretezza anche a quello che si sta chiedendo».

A Reggio è previsto l’arrivo anche di una delegazione di lavoratori della “Abramo Customer Care”, che rischiano il posto di lavoro dopo la decisione della Tim di non rinnovare contratti commerciali con il call center. Dal primo gennaio è prevista la cassa integrazione, a zero ore, che riguarderà 493 lavoratori del gruppo, divisi tra le sedi di Montalto Uffugo, Catanzaro, Crotone e Palermo, alcune delle quali rischiano di essere chiuse definitivamente anche se la Tim avrebbe fatto sapere che prorogherà i contratti per altri tre mesi.