Dal 1° gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza è stato ufficialmente e totalmente sostituito con le due misure che il governo Meloni

ha messo in campo per il contrasto della povertà e le politiche attive del lavoro. Se l’Assegno di inclusione è partito solamente da quest’anno, lo Strumento per la formazione e il lavoro è ormai in vigore da diversi mesi, cioè dallo scorso settembre. Lo scorso 3 gennaio l’Inps ha pubblicato delle nuove indicazioni operative per la gestione dei percorsi formative e delle iniziative di politica del lavoro, ai fini dell’erogazione dell’assegno.

Una premessa: il Supporto per la formazione e il lavoro è la misura di attivazione all’impiego che funziona tramite la formazione, la riqualificazione professionale, politiche attive del lavoro, progetti utili alla collettività e il servizio civile. È rivolto alle persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni, con Isee non superiore ai 6mila euro annui e un patrimonio immobiliare inferiore ai 30 mila euro, che non hanno un lavoro o che comunque non percepiscono un reddito superiore ai 6 mila euro annui.

Nella circolare dell’Inps si sottolinea come, per ricevere il beneficio, sia importante iscriversi al Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Una volta fatto, bisogna sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (Pad) e sottoscrivere o aggiornare il Patto di servizio personalizzato presso i Centri per l’Impiego, dove viene avviato un percorso formativo o di attivazione lavorativa.

Nel Patto di servizio personalizzato vengono definite tutte le attività volte all’inserimento nel mondo del lavoro. L’assegno di 350 euro mensili previsto con il Sfl – che ha durata massima di 12 mesi – decorre dall’effettiva partecipazione a queste attività ed è condizionato dall’adesione dell’interessato al programma sottoscritto.

Le domande per il Sfl possono essere presentate online sul sito dell’Inps, oppure tramite gli istituti di patronato o i centri di assistenza fiscale.