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Aggressioni al personale medico e paramedico, Garante regionale scrive al Prefetto di Vibo Valentia

«Convocare e istituire in via d’urgenza un tavolo dedicato di coordinamento e sicurezza per la messa in atto di iniziative di prevenzione e protezione» degli operatori sanitari

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Una corsia di ospedale

VIBO VALENTIA – Come preannunciato ieri (https://www.calabriainchieste.it/2024/01/06/ecco-chi-sono-i-sanitari-malmenati-solidarieta-dal-garante-regionale-della-salute/), il Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, ha inviato una richiesta al Prefetto di Vibo Valentia di istituzione di un Tavolo provinciale di coordinamento e sicurezza in tema di aggressioni al personale medico e paramedico.

E ciò all’indomani della aggressione registrata a Soriano Calabro, a danno di un medico e un infermiere (https://www.calabriainchieste.it/2024/01/06/in-cinque-aggrediscono-il-personale-sanitario-della-guardia-medica-e-del-118-a-soriano-calabro/), come ricorda la garante nella sua missiva alla prefettura, parlando di «gravi episodi di violenza commessi ai danni di professionisti sanitari soprattutto nei Pronto soccorso e nelle postazioni di continuità assistenziale, ovvero laddove i servizi sono particolarmente caratterizzati da una gestione di situazioni di emergenza e da prestazioni di elevata complessità, ultimo in ordine di tempo quello ai danni di personale sanitario in una postazione di continuità assistenziale di Soriano Calabro».

In virtù di quanto sopra detto, nell’esprimere «profonda preoccupazione per vicende che, nel tradursi in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento, minano la sicurezza nella sanità rendendo più vulnerabile l’ambiente di lavoro», la garante chiede al prefetto di voler «valutare l’opportunità di convocare e istituire in via d’urgenza un tavolo dedicato di coordinamento e sicurezza in tema di aggressioni al personale medico e paramedico con tutti gli attori coinvolti per la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e protezione come la stipula e l’ampliamento di protocolli operativi con le forze dell’ordine, in un’ottica di promozione di tutela della salute dei lavoratori e di crescita virtuosa di una cultura condivisa sul fenomeno da parte dei diversi portatori di interessi».

Ritiene, infatti, la professoressa Stanganelli, «che tali atti di violenza perpetrati ai danni degli operatori sanitari e/o delle strutture all’interno delle quali gli stessi operano, costituiscono una vera e propria emergenza, con forti ripercussioni sull’operatività e sull’organizzazione dei presidi sanitari e delle postazioni, paralizzando inevitabilmente nell’immediato la prestazione assistenziale, rendendo meno tempestiva ed efficiente la risposta ai bisogni di cura degli altri utenti, minando altresì il diritto fondamentale dei cittadini alla salute e la garanzia che agli utenti venga garantito l’accesso alle cure».

Si rende necessario, pertanto, «avviare un lavoro sinergico da parte delle istituzioni, per offrire un segnale forte nella direzione della deterrenza e repressione del fenomeno che purtroppo non accenna ad arrestarsi raggiungendo livelli di guardia molto preoccupanti in tutto il territorio nazionale».

E, peraltro, come si ricorderà, l’ufficio regionale del garante  già nei mesi scorsi aveva comunicato di aver avviato tutte le iniziative necessarie per la costituzione di parte civile  in tutti i procedimenti penali per aggressione fisica e verbale ai danni del personale sanitario, avendo altresì inviato ai Presidenti degli ordini dei medici calabresi una missiva invitandoli a collaborare per stringere le maglie di una rete istituzionale che consentisse di  individuare e prevenire tempestivamente eventuali comportamenti o situazioni di pericolo e allo stesso tempo si adoperasse con iniziative mirate a promuovere la cultura della non violenza nei confronti di una categoria che quotidianamente si adopera in prima linea con enormi sacrifici e abnegazione per garantire il nostro diritto sancito costituzionalmente».