La sede della Regione Calabria

REGGIO CALABRIA – Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, ha depositato una proposta di legge per favorirla e spazzare via la violenza.

E ciò in quanto, secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle, la Regione Calabria deve essere parte attiva del cambiamento culturale.

«Serve promuovere a tutti i livelli un cambio di mentalità – spiega meglio – che possa eliminare la radice culturale che genera la violenza di genere. Gli ultimi fatti di cronaca ci hanno profondamente colpito e vorremmo non dover più confrontarci con la brutalità e la spietata violenza di genere».

Sono queste, dunque, «le convinzioni e le esigenze che sottostanno alla proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulle “Norme per favorire la parità di genere”, che ho depositato ieri in Regione Calabria.

Un proposta che parte dall’assunto che non basta inasprire le pene per eliminare la violenza, così come ampiamente dimostrato dalle associazioni di categoria, bensì agire sul paradigma culturale dominante al fine di spazzare via i tratti misogini propri di una cultura patriarcale.

Credo convintamente che la Regione Calabria debba fare la sua parte in questo processo, attuando quel cambiamento da più parti auspicato che ancora oggi però non si riesce a mettere in pratica.

La proposta che ho depositato non determina oneri a carico del bilancio regionale, in quanto presenta disposizioni a carattere ordinamentale, che promuovono una cultura di parità di genere, attraverso protocolli d’intesa con enti pubblici e privati.

Molto schematicamente l’odierna proposta di legge si muove seguendo queste direttrici, prevedendo l’adozione di un linguaggio rispettoso (art. 4), misure di promozione all’educazione e alla cultura della parità di genere con il supporto degli altri attori sociali interessati al fenomeno, quali scuole, università, associazioni sportive, al fine di favorire la consapevolezza della parità effettiva in ogni ambito del vivere civile e sociale (art. 5, 6, 7), passando anche attraverso iniziative concrete che contrastino l’immagine stereotipata della donna e tutti quegli atteggiamenti, quali le differenziazioni retributive basate sul genere, che impediscono la piena parità (art. 8 e 9).

La proposta prevede poi, nell’ottica della promozione di buone pratiche, l’istituzione del registro regionale delle imprese virtuose, quale strumento per rendere note e pubblicizzare, anche attraverso il sito istituzionale, le imprese che si distinguono per l’attenzione rivolta alla garanzia di politiche di parità (art. 10).

Si prevede inoltre che la Regione, nella gestione del personale regionale, si renda parte attrice e elemento promotore del cambiamento culturale, assicurando, con i propri atti organizzativi, l’adozione di politiche di piena parità di genere (art. 11), redigendo anche il bilancio di genere (art. 12) e redigendo le statistiche di genere nell’ambito delle attività regionali o frutto di finanziamento regionale (art. 13).

Infine, viene istituita una giornata regionale della promozione della parità di genere per incentivare la realizzazione di eventi di sensibilizzazione sul tema (art. 14)».

Per Tavernise, dunque, «occorre ripartire dall’aspetto culturale per affrontare alla radice un’emergenza sociale e rimuovere gli ostacoli che impediscono la valorizzazione della differenza di genere e soprattutto il rispetto della dignità».