SCALEA (Cs) – I carabinieri della Compagnia di Vergato, in provincia di Bologna, coadiuvati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del capoluogo emiliano, hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto – emesso dalla Procura di Bologna – nei confronti di Francesco Passalacqua, 56 anni di Scalea, disoccupato, residente nella canonica di una Chiesa situata in provincia di Bologna, sospettato di tentato omicidio, porto abusivo di armi e violazione di domicilio.
La vicenda di cronaca risale alla mattina del 4 gennaio 2024, quando a Tolè un agricoltore italiano, 65enne, è stato aggredito nel suo cortile di casa da uno sconosciuto che era apparso dal nulla violando il domicilio e lo aveva accoltellato senza motivo all’addome e al braccio sinistro.
Una tragedia sfiorata grazie alla reazione del 65enne che è riuscito a difendersi, facendo allontanare l’aggressore e chiedendo aiuto alla moglie. L’agricoltore è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato medicato e giudicato guaribile in trenta giorni.
Passalacqua, per i suoi trascorsi criminali, era stato assegnato a una comunità del paesino emiliano, sull’Appennino bolognese, trovando ospitalità in una canonica. Ma, nonostante ciò è tornato a delinquere.
Non c’era alcun mandante dietro i delitti di Passalacqua, solo un assassino che i periti del Tribunale definiranno “antisociale” e affetto da lieve disturbo cognitivo, ma nonostante ciò capacissimo di affrontare il giudizio. E di uccidere a sangue freddo.