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Ripascimento del litorale di Cetraro, il vicesindaco Tommaso Cesareo fa il punto della situazione

Il politico spiega come stanno procedendo i lavori alla luce delle ultime mareggiate che hanno flagellato la costa tirrenica cosentina

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CETRARO (Cs) – Ripascimento del litorale di Cetraro, il vicesindaco Tommaso Cesareo, spiega come stanno procedendo i lavori alla luce delle ultime mareggiate che hanno flagellato la costa tirrenica cosentina.

«Sia le condizioni meteomarine (lunga persistenza di moto ondoso nei mesi di ottobre novembre e dicembre), sia la presenza di massi sparsi sui fondali lungo alcuni tratti di litorale – spiega il vicesindaco – hanno impedito l’accostamento della draga per il versamento diretto della sabbia, proveniente dallo svuotamento dell’imboccatura del porto, lungo la battigia».

Vista la situazione: «Si è proceduto, pertanto, al versamento con autocarri. I volumi di sabbia sono stati versati lungo il retrospiaggia, dal campo sportivo al lungomare, per evitare che il moto ondoso rovinasse le piste di servizio.

Si è configurato, in tal modo, un ripascimento di tipo a dune, oggi ampiamente utilizzato, che presenta alcuni importanti vantaggi fra i quali: una più lenta e naturale ridistribuzione della sabbia sia sulla spiaggia emersa che sommersa;

una perdita più dilatata nel tempo dei volumi di ripascimento specie nelle zone prive di opere di protezione o con protezioni degradate (pennelli);

dissipazione più morbida dell’energia ondosa a fronte di un impatto diretto delle onde sulle strutture che produce un effetto riflessione con conseguente escavazione al piede delle strutture stesse (muro del lungomare).

Lo svantaggio del sistema a dune – sottolinea Cesareo – in caso di mareggiate estreme, come quella dei giorni scorsi, può comportare una risalita (run-up) delle onde sulle strutture retrostanti (lungomare, strade ecc…) con conseguenti allagamenti, ingresso di acqua misto a sabbia».

Ma, nonostante tutto, «il rapporto costi-benefici del sistema a dune è nettamente a favore dei benefici. La sfortuna ha voluto che i volumi di sabbia, appena collocati lungo il litorale, sono stati subito aggrediti da una mareggiata estrema. Una serie di mareggiate meno severe – conclude Cesareo – avrebbero evitato la risalita di sabbia e acqua sulle strutture retrostanti e una più lenta distribuzione della sabbia sull’arenile».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it