Il momento dell'arresto

L’ordine di carcerazione riguardavauna condanna definitiva a un anno e otto mesi per traffico di stupefacenti,

ed è stato eseguito dai carabinieri della stazione Maddalena.

Nulla di eccezionale, se non fosse per il nome del destinatario: Vincenzo Morso, 68 anni, che dall’altro giorno si trova agli arresti domiciliari. Persona nota alle cronache cittadine e non solo. Perché è finito a processo per l’omicidio di Davide Di Maria, un pusher ucciso nel 2016 nella sua abitazione sulle alture di Molassana.

Per quel delitto Vincenzo fu assolto, nonostante la condanna in primo grado a 19 anni: i suoi difensori in appello riuscirono a dimostrare che non era stato lui a sparare il colpo di pistola mortale (ma il figlio Guido nel tentativo di riscuotere un debito di droga). Proprio mentre Morso senior in attesa di giudizio si trovava ai domiciliari per quella vicenda (è affetto da patologie che lo rendono incompatibile con la detenzione in carcere, ndr) da Caltanissetta era arrivato un altro ordine di esecuzione per la sua carcerazione, poiché era stato ritenuto affiliato a Cosa nostra. E più precisamente al clan gelese degli Emmanuello. A dimostrarlo numerosi episodi che lo vedevano protagonista di estorsioni e traffici di droga commessi a Genova.

Con l’età, e soprattutto con i malanni cronici sempre più invalidanti, si pensava che Vincenzo Morso si fosse ritirato a vita più tranquilla, invece da Rende (in provincia di Cosenza) è arrivato l’ennesimo ordine di carcerazione per reati in materia di stupefacenti commessi tra giugno e dicembre 2021. All’epoca era libero da misure restrittive. A inchiodarlo due telefonate intercettate dagli inquirenti calabresi in cui parlando da vero boss metteva pressione a uno dei destinatari di un carico di hashish.

Il traffico di stupefacenti dalla Liguria alla Calabria, del resto, almeno per quanto riguarda il filone genovese, veniva gestito dall’altro figlio di Vincenzo, Gabriele.