La corte d'Appello di Catanzaro

VIBO VALENTIA – Sconti di pena in appello per sei imputati, coinvolti nell’inchiesta della Dda sull’autobomba che costò la vita al giovane caporalmaggiore di Limbadi Matteo Vinci nell’ambito dell’inchiesta Demetra 2.

La Corte di appello di Catanzaro, in riforma della sentenza emessa dal gup distrettuale il 26 luglio del 2022, ha condannato Vito Barbara, (34enne) di Spadola ma residente a Limbadi, (genero di Rosaria Mancuso, già condannata all’ergastolo dalla Corte di assise di Catanzaro in qualità di mandante dell’attentato), a 15 anni, 10 mesi e 20 giorni (in primo grado la condanna è stata di 16 anni); Domenico Bertucci (31enne) di Spadola, a  6 anni e 11 mesi (in primo grado 8 anni); per Antonio Criniti, (34enne) di Soriano, inflitta la pena a  8 anni e 4 mesi (in primo grado inflitti 10 anni); per Filippo De Marco, (44enne) di Soriano, (codifeso dai legali Vincenzo Cicino e Giuseppe Orecchio) sentenziati 8 anni e 7 mesi di reclusione, in luogo dei 10 anni e 8 mesi incassati dal giudice di prime cure. Per gli ultimi due in primo grado era già caduta la principale accusa, quella di omicidio. La Corte ha inoltre inflitto a Pantaleone Mancuso, 8 anni, 2 mesi e 10 giorni, in luogo dei 9 anni di reclusione sentenziati in primo grado e inflitti 2 anni e 8 mesi nei confronti di Alessandro Mancuso, (26enne), condannato in primo grado a 7 anni e 8 mesi di reclusione.

Il 14 dicembre 2021, la Corte d’Assise di Catanzaro ha condannato all’ergastolo i mandanti dell’omicidio: Rosaria Mancuso e il genero Vito Barbara. Dieci anni sono stati comminati nei confronti di Domenico Di Grillo, 73 anni, marito di Rosaria Mancuso, accusato del tentato omicidio di Francesco Vinci avvenuto nel 2017. Con “Demetra 2”, in particolare, gli inquirenti avevano ricostruito le parti mancanti della prima inchiesta, accendendo i riflettori sui presunti traffici di droga