Il giornalista Garofalo

CASSANO ALL’JONIO – Con la testimonianza del giornalista, Francesco Garofalo e presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira”, di Cassano All’Jonio, mercoledì 31 gennaio, alle ore 11, presso l’Auditorium “Andrea Croccia”, di Frascineto, l’Istituto Onnicomprensivo Polo Arbereshe, con il patrocinio della locale amministrazione comunale, ha organizzato un incontro sulla Giornata della Memoria.

I lavori, saranno introdotti dal dirigente scolastico, Gianfranco Maletta, a cui seguirà il saluto del sindaco, Angelo Catapano.

Francesco Garofalo, racconterà agli studenti, la sua esperienza vissuta a seguito di una visita al campo di concentramento di Auschwitz. «Un viaggio – ricorda – che ha segnato la mia vita e l’impegno per ricordare a tutti le atrocità commesse su cittadini inermi, dalla follia nazista. Mi porto dietro quello che ho visto. Tutti – evidenzia Garofalo -, pensiamo di sapere tutto ciò che successe in quel periodo, ma la realtà è che quel tutto che crediamo, non è che la minima parte di ciò che è accaduto realmente. E forse qualcosa ancora lo ignoriamo».

Ed è questo, uno dei principali motivi «per cui ognuno di noi, almeno una volta nella vita ha il dovere morale di visitare un campo di concentramento: per vedere con i propri occhi, per non dimenticare. Ma siamo davvero sicuri che tutto questo stia servendo a qualcosa? Che la gente – rimarca -, i capi di stato che lo visitano, imparino una lezione? Accendiamo ogni giorno la televisione e veniamo tartassati da guerre, ingiustizie, follie umane ancora peggiori perché avvengono alla luce del sole senza che nessuno realmente faccia nulla. Eppure è accaduto».

Oggi, con le guerre in atto, «dobbiamo rilevare che lancette dell’orologio, sono state riportate all’ora più triste della storia. Ecco perché, ho accettato di buon grado di dare il mio contributo, un piccolo tassello nella memoria di ciascuno, può piano piano creare qualcosa di migliore nella coscienza umana. I ragazzi – ha esortato -, devono sapere, perché anche ragazzi come loro sono stati uccisi, deportati, privati e spogliati di due beni preziosi: la libertà e la dignità».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it