Angelo Sposato

Il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, si inserisce nel dibattito che si è generato a livello nazionale, con particolare riferimento al Centro Sud, in relazione all’autonomia differenziata.
«Sull’autonomia differenziata –  per Sposato – si sta creando un movimento di pensiero diffuso e trasversale che sta iniziando a capire i pericoli del progetto Calderoli e della lega».
Sin dall’inizio come Cgil Calabria «abbiamo sempre ribadito che questo progetto fosse una secessione camuffata, una vecchia bandiera ideologica che oggi è stata barattata con il premierato e la riforma della giustizia. Per queste ragioni abbiamo declinato l’invito ad incontrare il Ministro Calderoli in Calabria lo scorso anno».
Quello che sta avvenendo «in Parlamento e nel governo è un baratto politico, letale per tutto il Paese. Se ne sono resi conto i sindaci e va apprezzata la posizione dell’Anci Calabria e del suo Presidente Succurro. Oggi più che mai la battaglia contro il disegno di legge Calderoli deve unire parti sociali, amministratori, società civili, forze politiche che hanno a cuore l’unità nazionale».
Tempo addietro, al congresso regionale e nei vari interventi, «abbiamo dimostrato come il progetto di autonomia differenziata possa essere letale anche per il nord del Paese. Ci sono aree del nord che vivono un processo di destrutturazione industriale, non offrendo più servizi adeguati, pensiamo al tema della casa, al costo della vita, al tema salariale, alla sanità privata che sostituisce quella pubblica. Il problema non si risolve chiudendosi in piccoli staterelli. I giovani del sud che fuggono per mancanza di prospettive non andranno nelle regioni del nord, ma emigreranno all’estero come avvenne negli anni 60 e 70 e come sta avvenendo tutt’ora».
C’è il tema «del calo demografico, vera e propria emergenza. C’è il tema dell’invecchiamento del Paese, di oltre dieci anni rispetto alla media europea, che non si risolve con l’autonomia differenziata.  C’è inoltre, un tema da tutti sottaciuto che potrà fare ulteriormente la differenza. Il peso della criminalità e delle mafie che si è oramai radicata nelle regioni del nord rendendole meno competitive e assoggettate al potere criminale. Le varie inchieste giudiziarie di diverse procure nel nord hanno evidenziato il potere di infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nelle imprese, cosa questa grave e pericolosa. E come sappiamo, lì dove c’è il proliferare delle mafie c’è economia debole, ed il mercato economico e del lavoro viene controllato, sfruttato, sottopagato».
Su questo «farebbero bene a riflettere dal governo, perché quello che loro ritengono autonomia può diventare trappola mortale. Il sistema economico e produttivo del nord, con questo progetto e con le scelte del governo in materia economica, rischia di diventare succursale di Francia e Germania».
Il 13 febbraio «occorre sostenere i sindaci e l’Anci davanti alle Prefetture della Calabria e auspichiamo possano avere a loro fianco il vessillo della Regione Calabria e il Presidente. Serve una grande mobilitazione delle coscienze e delle persone, serve parlare con giovani, nelle scuole, sui rischi e gli effetti pericoli dell’autonomia differenziata per il loro futuro e per l’unità del Paese. Occorre scendere nelle strade e nelle piazze per parlare ed informare le persone. Il tempo è adesso per difendere la nostra costituzione».
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