La vice sindaca Giusy Iemma

CATANZARO – Il vicesindaco di Catanzaro, Giusy Iemma in occasione della Giornata contro il bullismo chiama a raccolta tutte le istituzioni, affinché – ognuna per il propri ruolo – si impegnino contro la problematica che mina l’integrità e il benessere dei giovani.   
«In occasione della giornata contro il bullismo e cyberbullismo, non riesco a porre una riflessione solo nelle vesti di amministratrice di Catanzaro, ma sento il bisogno di farlo anche come madre e cittadina impegnata nella lotta per un futuro migliore per le nostre giovani generazioni. Il bullismo è una piaga sociale che mina l’integrità e il benessere dei nostri adolescenti e giovani, creando un profondo disagio che spesso si trasforma in ferite incancellabili, come il caso di Davide Ferrero ci ha dimostrato. Alla sua famiglia vorrei dedicare un pensiero e la solidarietà per un evento tragico che, a 18 mesi dall’accaduto, continua a scuoterci».
In questo giorno di riflessione, «è fondamentale riconoscere che la responsabilità di contrastare il bullismo e il disagio giovanile non ricade su un singolo individuo o entità, ma è una responsabilità collettiva che ci coinvolge tutti. È imperativo che ogni livello della società, dalle famiglie alle scuole, dalle istituzioni religiose ai servizi sociali, si unisca in un fronte comune per affrontare questa sfida con determinazione e impegno concreto».
Come amministrazione comunale, «dobbiamo impegnarci a promuovere iniziative ed educare la nostra comunità sull’importanza della legalità, della prevenzione e del sostegno alle vittime del bullismo. Tuttavia, la nostra azione da sola non è sufficiente. È necessario che ogni famiglia, ogni scuola, ogni presidio educativo e ogni organizzazione giovanile diventi un baluardo contro il bullismo, fornendo un ambiente sicuro e supportivo in cui ogni giovane possa crescere e svilupparsi in modo sano e sereno».
Infine: «Dobbiamo assumerci la responsabilità collettiva di guidare una generazione di adolescenti e giovani verso un futuro in cui il rispetto reciproco e l’empatia siano i pilastri della nostra convivenza. Insieme, possiamo fare la differenza. Insieme, possiamo garantire che nessun giovane debba mai sentirsi solo, incompreso o minacciato».
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