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Ex Cinema Orso di Catanzaro: Palaia, Capellupo e Carpino promettono battaglia

I consiglieri comunali: «Andremo fino in fondo nel giudizio amministrativo. La Lega si rassegni»

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L'ex cinema Orso

CATANZARO – Tre nuove prese di posizione politiche sul caso dell’ex Cinema Orso di Catanzaro, su cui poche ore fa è intervenuto anche il sindaco Nicola Fiorita (https://www.calabriainchieste.it/2024/02/13/cinema-orso-sindaco-di-catanzaro-la-storia-di-una-citta-non-si-cancella-con-una-sentenza/).
 

CINEMA ORSO. PALAIA: “ANDREMO FINO IN FONDO NEL GIUDIZIO AMMINISTRATIVO. LA LEGA SI RASSEGNI”

La consigliera comunale, Daniela Palaia, così si esprime:

«In tutti i provvedimenti fin qui intervenuti (nella fase cautelare e nella fase di merito), nessuna censura è mai stata mossa all’operato dell’amministrazione comunale nella vicenda del Cinema Orso.

L’ultima sentenza del Tar (e con essa tutte le precedenti in fase cautelare) non dedica neppure un rigo a possibili errori procedurali o tecnici posti in essere dall’amministrazione, smentendo quindi le solite fandonie leghiste, quanto piuttosto si sofferma esclusivamente sulla infondatezza del vincolo storico artistico imposto dalla Sovrintendenza, peraltro con una singolare pronuncia che colpisce nel merito le valutazioni fatte dagli storici e dagli esperti senza il conforto di un parere qualificato.

Questi sono i fatti.

Ma la Lega non lo comprende, continuando in totale malafede e in spregio a qualsiasi ragionamento giuridico a fantasticare di termini per l’esercizio della prelazione che a suo dire il Comune non avrebbe rispettato oppure affermando che il Comune avrebbe potuto partecipare alla procedura di acquisto, quando ciò è espressamente vietato dalla legge.

Ebbene, se non fosse che l’ultima pronuncia del Tar mette seriamente a rischio la possibilità di riportare l’Orso nel patrimonio pubblico, ci sarebbe da ridere di tanta ignoranza e protervia.

Questa è la Lega di Catanzaro: un coacervo di parolai e mistificatori che negli anni nulla hanno fatto di concreto per tentare di recuperare il Cinema Orso se non una collezione di note stampa.

Diciamocelo chiaramente: chi amministra ha il dovere di porre in essere tutte le procedure consentite dalla legge per tutelare il patrimonio pubblico e tentare di riconsegnarlo all’uso della collettività e ciò è quello che ha fatto questa amministrazione e poi c’è chi fa chiacchiere producendo articoli di giornale scritti per buttare il solito fumo negli occhi e ciò è quello che ha fatto Riccio & Co. per anni.

L’amministrazione porterà avanti fino al Consiglio di Stato le proprie ragioni, perché il senso di responsabilità e la serietà del nostro approccio ce lo impongono.

E ci auguriamo che il massimo organo della giustizia amministrativa, sappia cogliere il significato del vincolo storico apposto dalla Sovrintendenza allineandosi a diverse pronunce che in vicende simili hanno valorizzato il senso evocativo di resti architettonici ben più scarsi delle vestigia superstiti del nostro vecchio cinema».

CAPELLUPO E CARPINO: “E’ UNA BATTAGLIA CULTURALE TRA CHI LO CONSIDERA UN RUDERE SENZA VALORE E CHI RITIENE SIA UN PATRIMONIO DELLA MEMORIA COLLETTIVA DELLA CITTA’’

Ecco cosa affermano i consiglieri comunali Vincenzo Capellupo e Alberto Carpino.

«È assolutamente irrituale, ma era prevedibile, che un avvocato come Alfredo Gualtieri scelga di entrare in gamba tesa in alcune specifiche vicende politiche cittadine eludendo, tra l’altro, la questione legittimamente posta dal sindaco Fiorita.
Può un Tribunale Amministrativo, pur nella sua autorevolezza, sostituirsi ad esperti che hanno studiato tutta una vita e delegittimare il lavoro accurato di una Sovrintendenza?
Il giudice amministrativo, in questa circostanza, non si è soffermato, infatti, ad esaminare la legittimità degli atti, ma si è piuttosto preoccupato di dichiarare l’ex cinema Orso un rudere, cancellandone con un colpo di spugna una storia di oltre mezzo secolo.
Ci domandiamo, a questo punto, cosa servano i pareri e gli atti delle Sovrintendenze, quando poi basta il parere del giudice amministrativo per stabilire se un immobile può essere considerato storico o meno.
A noi la sentenza del Tar è sembrata più una controrelazione tecnica volta a demolire le affermazioni contenute nell’atto di apposizione del vincolo dando vita da un pericoloso conflitto tra istituzioni dello Stato, Tar e Sovraintendenza.
Il pericolo paventato dal sindaco Fiorita di un pericoloso “varco” alle pretese di privati che sono proprietari di beni architettonici, storici e paesaggistici è tutt’altro che campato in aria.
La “battaglia” che si è instaurata è non soltanto giuridica, ma soprattutto culturale, tra chi legittimamente ritiene che l’ex Orso sia un “rudere” privo di ogni valore da sostituire magari con qualche palazzone e chi, come noi, crede che invece sia un prezioso patrimonio della collettività, avendo svolto per decenni una funzione culturale e sociale insostituibile.
Sarà questo il terreno di confronto al Consiglio di Stato dove ci auguriamo vengano rispettate le competenze e le esperienze di chi, per formazione e per lavoro, è in grado di valutare il valore di un bene.
Chi è in grado di affermare che l’ex Orso non sia stato un’espressione fisica delle vicende che hanno caratterizzato per oltre mezzo secolo la storia umana e sociale di Lido o che non sia stata un’importante testimonianza sociale e un componente forte della memoria urbana della prima metà del Novecento?
Ci sentiamo poi di tranquillizzare l’avvocato Gualtieri su un altro aspetto. Nessun “avvertimento”, non appartiene a questa cultura politica e dovrebbe saperlo bene, alla proprietà è contenuto nella nota del sindaco Fiorita che per cultura ed educazione è assailontano da questo tipo di messaggi.
Il sindaco, per rafforzare il senso dell’azione volta adassicurare una fruizione pubblica dell’ex Orso, si è limitato a ricordare che esistono vincoli che inibiscono soluzioni costruttive diverse da quella della destinazione originaria e soprattutto un aumento del carico urbanistico.
Tanto per essere più chiari, un conto è realizzare un contenitore polifunzionale “leggero” (una biblioteca, una sala proiezioni, etc), un altro edificare un palazzo di 8 piani per abitazioni civili».