Home Cultura L’omaggio artistico del maestro Guadagnuolo al dissidente russo Alexei Navalny

L’omaggio artistico del maestro Guadagnuolo al dissidente russo Alexei Navalny

Ucciso dal regime di Putin. Le opere affinché il suo esemplare coraggio rimanga come traccia per chiunque e diventi speranza di continuità per un mondo libero

256
0

REDAZIONE – Il maestro d’arte Francesco Guadagnolo, noto pittore, scultore e incisore, ha realizzato due opere su Alexei Navalny, dissidente russo ucciso dal regime di Putin, affinché il suo esemplare coraggio rimanga come traccia per chiunque e diventi speranza di continuità per un mondo libero, in questo modo la sua morte non sarà stata invano.

Francesco Guadagnuolo è l’affermato artista che da tempo segue l’evolversi della politica internazionale ed i rapporti con il Parlamento Europeo. É sensibile ai valori sociali, tenace sostenitore delle libertà, nel porre nella sua opera le grandi disposizioni di uomini che con il loro contributo hanno dato e, riescono ancora a dare, dignità e valore alla vita umana.

Dopo il successo per la sua scultura-installazione nella Sede del Parlamento Europeo a Roma, sulla violenza contro le donne del 25 novembre 2023, l’artista ha realizzato, il ritratto di David Sassoli ex Presidente del Parlamento Europeo, l’opera richiama Pace in Europa e nel Mondo, che diventano, attraverso l’arte, significato di umana libertà.

Il maestro è rimasto favorevolmente colpito quando ha saputo che nel 2022 il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato all’Associazione Memorial, che in Russia si batte per la denuncia e il ricordo delle violazioni dei diritti umani.

Guadagnuolo ha dunque pensato subito al principale dissidente politico Navalny in prigione dal 2021, rappresentandolo, nel primo ritratto, dal titolo: “Alexei Navalny nella colonia penale IK-3 di Kharp”, quando è stato trasferito, nel dicembre 2023, in una colonia carceraria artica nella Regione russa di Yamalo-Nenets, nella Siberia settentrionale.

Nel febbraio 2024 ha invece completato il secondo ritratto dal titolo: “In memoria di Alexei Navalny: la prigione, la morte, la speranza”, che l’artista ha dedicato dopo l’annuncio della morte del dissidente affinché il suo esemplare coraggio rimanga come traccia per chiunque e diventi speranza di continuità per un mondo libero, in questo modo la sua morte non sarà stata invano.

Il ritratto è stato da sempre tra i più apprezzati nel campo della trasmissione politica, in cui all’occorrenza, si basa della forza emozionale dell’arte.

Il ritratto in questo caso vuole ricordare Navalny, il personaggio politico morto prematuramente a 47 anni e non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare nella politica russa se glielo avessero consentito.

L’artista lo raffigura diverse volte impiegando il collage, come se presiedesse, se gli fosse stata assegnata una possibilità di governare. Sullo sfondo la Federazione Russa, attraversata da turbamenti minacciosi, dagli accenti di pennellate rosse, come per indicare che di strada se ne deve fare ancora tanta, per risolvere i diversi problemi che attanagliano democrazie e libertà.

Recentemente, all’attitudine politica di Navalny si è accostata la componente religiosa, ed in un’udienza, ha fatto riferimento alla Bibbia con la seguente citazione: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” [Matteo 5:6].

É su questi pensieri che Guadagnuolo si è ispirato alla realizzazione delle due opere pittoriche che, attraverso la gamma cromatica, esprimono diversi significati sia sul piano politico sia su quello esistenziale del memorabile Alexei Navalny.

Come non possiamo ricordare le patite sofferenze e le motivazioni, con differenti condizioni di vita, di diversi dissidenti come: Pavel Florensky, Andrej Sakharov, Aleksandr Solgenitsin, Anna Politkovskaja e di tanti altri. È risaputo che la morte dei dissidenti, alla fine, porta ad un sostegno per le libertà nelle società. C’è solo da sperare che, la morte di Navalny, valorizzi la libertà contro tutte quelle violazioni sui diritti umani e che possa sviluppare rapporti reciproci dell’Europa con un Mondo sempre più democratico.

Ci sembra opportuno ricordare ciò che ha scritto monsignor Carlo Chenis: «Guadagnuolo fa il “Politico” perché confida nella possibilità di adoperarsi per un nuovo umanesimo d’ispirazione cristiana, onde dare maggiore dignità alla “città dell’uomo”. Questo programma non lo attua con i sofismi del “politichese”, ma lo presenta con i grafismi della pittura, così da essere indubbiamente più convincente».