PAOLA (Cs) – Da diversi mesi, quattro per la precisione, l’associazione cittadina “Colpo” non riesce a venire in possesso di informazioni circa la destinazione e gestione di spazi pubblici nella città di Paola: il Comune non fornisce i dati richiesti e, comunque, non ha ancora chiuso l’iter che riferisce d’aver avviato il 16 gennaio scorso.
Uno stato di cose che lascia ipotizzare scarsa trasparenza da parte degli amministratori cittadini.
Ecco, in tal senso, la nuova denuncia dell’associazione Colpo: «Come già spiegato alcuni mesi fa a mezzo stampa e sulle nostre pagine social, il 17 ottobre abbiamo inoltrato al Comune di Paola una richiesta di accesso civico generalizzato per avere delucidazioni in merito alla destinazione e alla gestione di alcuni spazi pubblici nella nostra città (https://www.calabriainchieste.it/2023/12/11/accesso-civico-generalizzato-il-comune-nega-un-diritto-allassociazione-colpo/).
Lo abbiamo fatto esercitando un diritto che è prerogativa di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, perché crediamo fortemente nella tutela e nell’accessibilità degli spazi creati per il bene pubblico, spazi aperti dove poter socializzare e vivere come comunità.
Assistiamo, invece, a una gestione che non prevede la tutela e fruibilità del bene comune, ma che invece sembra essere basata sulla privatizzazione, l’abbandono e in alcuni casi addirittura sull’incuria. Ciò non può che causare un grave danno a tutta la collettività, privata di luoghi collettivi.
Dopo oltre quattro mesi dalla nostra prima richiesta, seguita da solleciti informali e da istanze di riesame, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta concreta; soltanto vaghe e indefinite comunicazioni relative a un lento avvio delle procedure.
Le ultime comunicazioni risalgono ormai a più di un mese fa, quando sussisteva già un grave ritardo nella pratica, che a rigor di legge dovrebbe essere soddisfatta in trenta giorni.
La Segreteria generale del comune ci informava in data 16 gennaio che avrebbe messo in atto le procedure di reperimento dei controinteressati, per come disposto dalla legge. Eppure, oggi, a un mese di distanza, non abbiamo ricevuto nessuna notizia.
Visti i tempi biblici per evadere una richiesta tanto semplice, si potrebbe ipotizzare che nemmeno chi amministra la cosa pubblica sappia con certezza chi gestisce spazi e beni pubblici nel nostro paese.
In un paese normale verrebbe da dire che tutto ciò è assurdo e ingiusto, ma qui tali dinamiche sono, purtroppo, la prassi.
Noi, nonostante tutto, non intendiamo accettare passivamente simili meccanismi, che sono così amaramente consolidati da sembrare la normalità.
Intendiamo andare avanti e pretendiamo le risposte che per diritto ci spettano, non tollereremo una mancanza di trasparenza così evidente sull’affidamento e la gestione di spazi che dovrebbero essere accessibili alla comunità.
La nostra richiesta non è un mero gesto di facciata, ma un atto nato dall’esigenza concreta di chiarezza riguardo il bene pubblico, in un’ottica liberatoria e non predatoria dei sempre meno spazi destinati ai cittadini.
È un dato di fatto che la nostra città continua a camminare ormai da anni sulle gambe delle associazioni, dei cittadini e dei commercianti che in una città sull’orlo dell’ennesimo dissesto e in un clima di profonda contraddizione, continuano ad offrire spazi liberi, assistenza, socialità, formazione e intrattenimento culturale.
La nostra azione mira a dare la possibilità alle associazioni e ai cittadini che abitano la nostra città, di sviluppare i propri progetti, in un’ottica di gestione trasparente e libera degli spazi pubblici.
Procederemo per questo nei prossimi giorni con l’ennesimo sollecito per avere le informazioni che è diritto di tutte e tutti conoscere», promette l’associazione.