ROMA – Rinviati a giudizio per truffa 150 candidati al concorso agenti Polizia Penitenziaria del 2016. Il concorso fu travolto da uno scandalo di grandi proporzioni, con 150 partecipanti chiamati a rispondere dell’accusa di truffa aggravata.
Gli indagati fecero ricorso all’uso di braccialetti, ad auricolari per ricevere suggerimenti da una fonte esterna e a soluzioni stampate su magliette o cover dei telefonini. Tuttavia, le loro speranze di successo si sono dissolte quando il sistema è stato scoperto, portando tutti i 150 concorrenti davanti al giudice.
Il magistrato che ha condotto le indagini ha dichiarato conclusa l’inchiesta per frode e i fornitori delle soluzioni sono stati già giudicati e puniti in Campania.
I SISTEMI ESCOGITATI PER SUPERARE LE PROVE
I candidati avevano accesso ai quesiti dei test con le relative soluzioni e le indagini hanno messo a nudo i loro metodi illeciti. Tra questi, un braccialetto con perline a colori alternati per ricordare la sequenza corretta delle risposte e dispositivi di comunicazione esterna nascosti nell’orecchio e dotati di tecnologia Bluetooth. Alcuni si limitavano a consultare fotocopie delle soluzioni, mentre altri si sono serviti di custodie per smartphone decorate con una sequenza codificata di 80 simboli rappresentanti le risposte.
Nonostante il sistema di imbroglio, alcuni concorrenti non sono riusciti comunque a superare il test, anche se questo non ha impedito che venissero indagati anche loro.
Le indagini furono condotte dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria in collaborazione con la Guardia di Finanza. Dalle inchieste nel contesto di due differenti procedimenti presso le Procure di Roma e Napoli è emerso che materiale riservato del concorso venne divulgato da un soggetto legato da rapporti di lavoro con la società che si era aggiudicata l’appalto per l’elaborazione, la stampa e la fornitura delle batterie di questionari.
Attraverso una rete di collaboratori, le batterie venivano poi vendute a un numero consistente di candidati. Alcuni concorrenti esclusi sul momento perché scoperti. Alcuni concorrenti furono esclusi dal concorso già sul momento, perché scoperti durante lo svolgimento della prova scritta con auricolari o cellulari, ma anche con cover di telefonini, braccialetti e t-shirt dove erano scritte le risposte esatte con lettere e numeri che, grazie alle indagini del NIC della Polizia Penitenziaria, si è riusciti a decodificare.
I test a quiz del concorso si svolsero a Roma dal 20 al 22 aprile 2016 e, vista la gravità dei fatti accertati, il 22 giugno 2017 il capo del Dipartimento della Polizia Penitenziaria aveva annullato la prova disponendone un’altra che si è poi svolta nel luglio 2017.