LAMEZIA TERME – Si è aperta con un minuto di silenzio per tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso la vita che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, l’iniziativa a più voci sul tema dello sviluppo per il Mezzogiorno e per la Calabria, alla presenza del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini.
E’ toccato al segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, aprire i lavori del panel che si è svolto al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme.
«L’iniziativa che teniamo oggi in questo teatro per noi è molto importante, per quello che rappresenta e a rappresentato per questa città, un luogo di storia, arte e cultura, riconsegnato dopo tanti anni alla comunità – ha affermato Scalese -. Siamo convinti che bisogna valorizzare e promuovere il patrimonio culturale, promuovendone le potenzialità, migliorandone le condizioni di conoscenza».
Per questo «ringraziamo la segreteria regionale della Cgil Calabria di aver voluto tenere questa iniziativa proprio qui. Abbiamo voluto aprire i lavori di questa giornata, ricordando tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro. Queste morti rappresentano la tragica condizione del lavoro nel nostro paese, una strage continua che ormai ha raggiunto livelli intollerabili per un paese civile come dovrebbe essere il nostro, che ormai ne registriamo più di mille all’anno. Di bianco in queste morti non c’è nulla, bisogna agire subito e cambiare quelle leggi che sono state a partire dal sub-appalto a cascata. Solo un lavoro con diritti garantiti offre la possibilità a chi lavora di rivendicare sicurezza. Lavoro, istruzione, sanità, ambiente e infrastrutture sono per noi temi prioritari».
Il segretario generale della Cgil Scalese, infine, ha voluto porre l’attenzione su alcune vertenze aperte come quelle che riguardano i lavoratori Enel, e i tirocinanti d’inclusione, Vertenza della Abramo Customer Care che a livello territoriale e non solo, in questo momento e nei prossimi giorni avrà un impatto preoccupante in termini di tenuta occupazionale qualora non si trovasse una soluzione.
«Parliamo di un call-center dove operano 1000 lavoratrici e lavoratori, che ha come unico committente ha la TIM – spiega ancora Scalese -. Un’Azienda in amministrazione controllata, dove il 31 marzo scade la proroga della commessa Tim che riguarderà 500 lavoratori il 30 giugno in scadenza per altri 500 lavoratori in gran parte sul sito di Crotone. Una situazione – conclude Scalese – aggravata dal fatto che i lavoratori già usufruiscono di cassa integrazione straordinaria anticipata dall’azienda che nei giorni scorsi a comunicato di non anticiparla più. Bisogna mettere in campo a partire dell’apertura di un tavolo a livello ministeriale con tutte le parti interessate alla committenza, azienda, regione, organizzazioni sindacali tutte quelle iniziative atte a salvaguardare i livelli occupazionali attuali”.