CATANZARO – Uomini che devono e vogliono compiere il proprio dovere, e sono disposti a farlo anche a costo della vita. Nel ricordo di una donna che ha scelto di servire lo Stato, senza paura delle conseguenze.
È la storia dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uomini fedeli ai propri ideali di legalità e giustizia, che hanno servito lo Stato fino in fondo anche a costo di morire, e che per questo non volevano certo essere considerati eroi. Lo spettacolo “Giovanni e Paolo – gli antieroi”, scritto e diretto da Francesco Passafaro, direttore artistico del Teatro Comunale di Catanzaro, nel centro del centro storico, torna in scena ancora con tutta la propria intensità, carico di spunti di riflessioni e domande rimaste senza risposte su questo evento che ha in maniera irreversibile segnato la storia del nostro Paese.
Lo spettacolo è frutto della collaborazione del Sindacato FSP Polizia di Stato, con la partecipazione del Segretario Nazionale Giuseppe Brugnano, e il generoso sostegno della Bcc Montepaone. L’iniziativa domenica sera è stato anche un modo per commemorare Emanuela Loi, poliziotta di scorta a Borsellino, morta nell’attentato di Via D’Amelio al culmine degli eventi che hanno caratterizzato la settimana in cui ricade la Giornata internazionale delle Donne.
In scena Francesco Passafaro nei panni di Paolo Borsellino e Stefano Perricelli in quelli di Giovanni Falcone. Sullo sfondo una scenografia scarna, due scrivanie e una fotocopiatrice. Due scrivanie sulle quali riporre le loro importantissime carte e una fotocopiatrice, che funziona a tratti, per la quale hanno dovuto lavorare parecchio, e dalle quali dipenderà il loro destino e quello di tutto il nostro paese.
Ma durante la loro conversazione giunge a colloquio una donna molto misteriosa, Marta, interpretata da Francesca Guerra, una donna che dice di sapere tutto quello che gli sta accadendo e che gli accadrà e che è venuta per capire se i due magistrati vogliono conoscere il loro futuro.
Giovanni e Paolo, dapprima scettici, capiscono che la donna è realmente informata di fatti segretissimi, di fatti che dovrebbero conoscere soltanto loro e decidono di darle ascolto; quello che accadrà di lì in avanti ha dell’incredibile e andrà a sconvolgere le menti e i cuori dei due protagonisti e del pubblico che sta ad ascoltare.
«Questo è uno spettacolo rivolto a chi vuole ricordare l’opera di due uomini coraggiosi, di due persone con un fortissimo senso del dovere che sono state lasciate sole nel momento più importante, proprio quando avevano più bisogno di sostegno e che vuole aiutare la società moderna a non dimenticare», rimarca Passafaro salutando e ringraziando anche Michele Grillone, Roberto Malta ed Elisa Condello che si alternano in scena nello spettacolo che è stato apprezzato nei mesi scorsi da platee di studenti.
«Ero uno dei giovani che si trovava lungo il percorso dei funerali di Stato di falcone – ricorda Brugnano -. Un momento drammatico. Oggi ricordiamo coloro che hanno sacrificato la vita al servizio dello Stato, e in questa settimana dedicata alle donne, voglio ricordare la prima donna che morì per servire lo Stato, la collega Emanuela Loi. Vorrei anche ricordare le numerose donne che, negli ultimi 33 anni, hanno servito lo Stato in modo esemplare».
Brugnano ha voluto salutare in particolare due colleghe presenti in sala: l’attuale assessore alla Sicurezza, Marinella Giordano, che ha svolto un ruolo importante nella Polizia di Stato per lungo tempo, e Maria Marasco, vittima del dovere, visto che è rimasta gravemente ferita in seguito allo scoppio di fuochi pirotecnici che erano stati sequestrati, proprio pochi mesi prima del 23 maggio 1992, il 14 novembre 1991.
«Noi facciamo questo lavoro con abnegazione – ha detto ancora Brugnano -. Chiunque decida di servire lo Stato, che sia nella magistratura, nelle forze dell’ordine, o nella società civile che rispetta le regole, lo fa con estrema convinzione. Quello che è accaduto a quei colleghi, tra i quali c’era Emanuela Loi, è una casualità che il destino riserva. Al posto di Emanuela, o dei nostri colleghi caduti nelle stragi di maggio e luglio, ci poteva essere chiunque: non siamo eroi, siamo persone normali che scelgono di indossare una divisa e servire lo Stato. Dobbiamo lavorare per correggere questa società che talvolta sembra essere indisciplinata. Anche con gesti semplici, come questa serata, cerchiamo di contribuire a migliorare il nostro Stato e la nostra società”, ha concluso Brugnano».
C’è da ricordare, infine, che il 10% dell’incasso della serata sarà devoluto al Centro Calabrese di Solidarietà ETS, destinato integralmente alle attività del Centro Antiviolenza “Mondo Rosa”.
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