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Azienda ospedaliera Cosenza: Trozzolo (Rsu) denuncia carenza di personale ed eccessivi carichi di lavoro

La carenza di personale costringe gli operatori ad avvicendarsi nelle attività più disparate: così il paziente non può essere gestito nel modo migliore»

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COSENZA – Corrado Trozzolo, componente Rsu dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e membro consiglio regionale Uil Fpl Calabria, accende i riflettori sulla figura degli operatori socio sanitari, con particolare riferimento al ruolo svolto ed alla tutela di queste figure professionali.

Trozzolo, tra l’altro, parla della carenza di personale nella sanità e dall’enorme carico di lavoro che grava sugli infermieri e su altre figure professionali impegnate negli ospedali calabresi.

«Sono entrato nella famiglia Uil da un po’ di tempo e ne sono estremamente contento, faccio parte del consiglio regionale Uil Fpl della Calabria e mi interesso in particolare della problematica Operatori socio sanitari, nei fatti vivo queste problematiche tutti i giorni essendo io stesso un dipendente Oss presso l’azienda ospedaliera di Cosenza», spiega Trozzolo.

E aggiunge: «Voglio esprimere se mi è consentito alcune considerazioni sul tema che ritengo di vitale importanza dato il momento storico che stiamo vivendo all’interno delle Aziende ospedaliere e sanitarie della Calabria e non solo.

Il mio auspicio è che la categoria degli Oss venga valorizzata come merita proprio per l’attività di supporto che svolge quotidianamente con professionalità.

Spesso e mal volentieri la nostra figura viene impegnata per la maggior parte dei turni fuori dal reparto di appartenenza, che sicuramente rientra nei nostri compiti, ma evidenzio nei fatti crea un disservizio all’interno dei reparti di appartenenza, infatti lo spostamento degli stessi crea un appesantimento verso l’infermiere professionale di turno che necessita di un sostegno dell’Oss per quelle che sono proprio le caratteristiche professionali degli stessi.

Se questo problema lo proiettiamo sul Nosocomio di Cosenza, ci rendiamo conto che risulta essere la principale di icoltà per un buon andamento dell’ospedale.

Sostengo da tempo che i nostri operatori vengono gestiti in modo complicato e forse proprio per la mancanza di personale a tutti i livelli.

Gli utenti che accedono nei vari reparti negli ultimi anni, sono aumentati in modo esponenziale, per cui è necessario chiedere a gran voce un aumento di personale che dia la possibilità di coprire correttamente i turni, diminuendo quella mole di lavoro che siamo nostro malgrado costretti a subire.

Sono sempre più convinto come componente Rsu dell’Azienda Ospedaliera, come sindacalista e come operatore socio sanitario che il paziente ha necessità di un trattamento dignitoso e di essere assistito adeguatamente, considerato che il servizio sanitario ha questo compito principale demandatogli dallo Stato attraverso le norme in materia.

Oggi non mi sembra che questo si stia verificando nelle corsie dei vari reparti di tutti nosocomi della Calabria così come altrove.

Nella mia esperienza di Oss che sto vivendo presso la terapia intensiva del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata, ho potuto constatare in particolare in questi ultimi tre anni conseguenti alla pandemia da covid, che la figura dell’Oss molte volte svolge alcune incombenze proprie dell’infermiere, così come per necessità viceversa l’infermiere si trova a fare alcune competenze esclusive degli Oss., insomma spesso le figure diventano quasi sovrapponibili in casi particolari.

Addirittura a volte l’operatore socio sanitario si trova a svolgere le notti cosi dette dipartimentali, che nello specifico di fatto impongono allo stesso operatore di svolgere una funzione di ‘Jolly‘ nell’ambito di più reparti, ciò vuol dire che l’operatore non riesce a seguire con parsimonia né i degenti del proprio reparto né quelli degli altri reparti, essendo unico operatore in quel turno.

La carenza di personale quindi costringe nei fatti gli operatori ad avvicendarsi nelle attività più disparate, al netto di ciò che sostengo è chiaro che il paziente non può essere gestito nel modo migliore o comunque poter usufruire dei servizi dovuti e attesi.

Le varie contrattazioni decentrate aziendali dovranno fare da apripista per la risoluzione di questi problemi atavici, nei vari confronti con le amministrazioni competenti.

Assumere con responsabilità il concetto di buona sanità e trasferirlo a tutti gli operatori del settore. Bisogna porsi degli obiettivi, per garantirei servizi, verificare le priorità e soprattutto assumere personale adeguato.

Il compito nostro come sindacato è quello di vigilare per il buon andamento degli obiettivi, per il rispetto dei dipendenti e nello stesso tempo erogare servizi adeguati ai degenti.

Noi operatori sociosanitari svolgiamo attività indirizzate soprattutto a soddisfare i bisogni primari dei malati sia nell’ambito delle proprie competenze che in quel contesto sociale e sanitario rivolto a favorire il benessere e l’autonomia del malato utente.

Mi impegnerò verso questa direzione all’interno dell’organizzazione sindacale Uil Fpl e all’interno della Rsu Aziendale cui appartengo».