Il carcere di Rossano

CORIGLIANO ROSSANO (Cs) – Un detenuto magrebino è andato in escandescenza e ha aggredito il personale sanitario dell’Ospedale di Rossano e gli agenti di scorta della Polizia penitenziaria

In particolare, giovedì pomeriggio, il detenuto, già noto per gravi disordini in vari istituti della regione, ha tentato di aggredire il personale sanitario del pronto soccorso.

Durante il tentativo di aggressione, uno degli agenti è rimasto gravemente ferito, con una prognosi di trenta giorni a causa di una frattura. Solo grazie alla prontezza e alla professionalità degli agenti, il detenuto è stato bloccato e la situazione riportata sotto controllo, ripristinando la sicurezza nel pronto soccorso.

Tuttavia, questo episodio non fa che evidenziare le criticità del sistema carcerario, soprattutto nel carcere di Rossano. Secondo Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale, il carcere continua a ospitare detenuti noti per comportamenti violenti, alcuni dei quali già allontanati per motivi di sicurezza ma poi riassegnati, creando un circolo vizioso di pericolo.

Un altro problema significativo è rappresentato dalla presenza di detenuti affetti da gravi disturbi psichiatrici, senza un adeguato supporto sanitario. Le visite dello psichiatra, limitate a due a settimana, risultano insufficienti per seguire i detenuti che ne avrebbero bisogno, mettendo a rischio la loro salute mentale e la sicurezza all’interno del carcere.

Di fronte a questa situazione, Durante e Ciccone chiedono al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di intervenire con urgenza. Proposte includono una revisione della classificazione degli istituti carcerari, la creazione di strutture specializzate per detenuti difficili e la garanzia di un adeguato supporto sanitario, compresa un’articolazione territoriale di salute mentale coordinata con le ASL.

In attesa di interventi strutturali, si chiede di adottare misure di sicurezza più rigide, come la gestione dei detenuti problematici e la riduzione delle ore di apertura, al fine di proteggere sia il personale che gli altri detenuti da episodi di violenza.