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Presentazione del libro “Casi freddi: La «scure letterata» e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum”

L'ultima fatica di Gino Famiglietti: giurista, docente universitario e già direttore del ministero della Cultura, l’ex Mibact

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COSENZA – Venerdì 5 aprile, alle 18, nella sede della Fondazione Premio Sila

, in via Salita Liceo, nel centro storico di Cosenza, sarà presentato il libro “Casi freddi: La «scure letterata» e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum” di Gino Famiglietti (casa editrice Scienze e Lettere commissionaria), giurista, docente universitario e già direttore del ministero della Cultura, l’ex Mibact.

A dialogare con l’autore, saranno presenti Fabrizio Sudano, direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, e Battista Sangineto, docente dell’Università della Calabria.

Il testo si occupa di tracciare il percorso di un ritrovamento avvenuto in Calabria, precisamente a San Sosti nel 1846 e adesso conservata al British Museum di Londra: una «scure di bronzo, con greca iscrizione».

L’importanza del reperto è notevole: addirittura, la sua restituzione grafica, pubblicata, insieme a una dettagliata scheda di catalogo, su una nota rivista scientifica, è realizzata dal Primo disegnatore dei Reali Scavi di Pompei.

In ragione del suo “merito”, la scure è quindi uno di quegli oggetti di cui, secondo le leggi dell’epoca, è proibita l’esportazione «fuori del regno». E tuttavia, nel 1884, la scure viene venduta in asta a Parigi e viene acquistata da un emissario del British Museum.

Ma come è arrivata la scure a Parigi? Fra i documenti ufficiali che la riguardano non c’è traccia di un eventuale permesso che ne abbia potuto consentire la legittima uscita dal territorio italiano.

Eppure, l’indifferenza degli apparati amministrativi rispetto alla strana vicenda perdura nel tempo, nonostante le ripetute richieste di chiarimenti che, in merito all’accaduto, vengono rivolte, da parlamentari di ogni estrazione politica, appartenenti tanto alle forze di maggioranza quanto a quelle di opposizione, ai governi di volta in volta in carica. Un frastornante silenzio, che dura da troppo tempo. Ci sarà un modo per trarre la vicenda dall’oblio in cui è stata confinata?

Gino Famiglietti

È stato, presso il ministero per i Beni e le Attività culturali, dapprima direttore generale per l’Archeologia, poi per gli Archivi e infine per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio. Presso la Seconda Università di Napoli ha insegnato Diritto urbanistico e Legislazione dei beni culturali. Ha collaborato alla stesura della legge Galasso nel 1985, e del Codice dei beni culturali e del paesaggio nel 2004 (e delle revisioni 2006 e 2008).

Premio “Umberto Zanotti Bianco” di Italia Nostra nel 2011 per la sua azione di tutela del patrimonio culturale. Tra le sue pubblicazioni più recenti: A cosa serve Leonardo? La ragion di Stato e l’Uomo vitruviano (con Tomaso Montanari, 2020); Il Codice Maimonide (con Micaela Procaccia, 2021); La commode. Una storia italiana (2022).

Fabrizio Sudano

Ha ricoperto il ruolo di funzionario archeologo al ministero della Cultura dal 2012, tra il 2014 e il 2016 è stato responsabile di diversi musei calabresi, tra cui il Museo e parco archeologico dell’Antica Medma di Rosarno, il Parco archeologico dei Tauriani di Palmi, il Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia, il Museo e Parco archeologico dell’Antica Kaulonia, il Museo archeologico Metauros di Gioia Tauro e il Museo archeologico Lametino di Lamezia.

Archeologo classico di formazione, Sudano ha studiato tra Catania, Matera e Messina, lavorando da subito in scavi e contesti archeologici in Italia e all’estero assumendo nel tempo incarichi di responsabilità e direzione scientifica e coordinamento. Dal 14 gennaio 2024 è il nuovo direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.