CETRARO (Cs) – Il Comune di Cetraro si appresta a dichiarare il “default finanziario” nel consiglio comunale di sabato 6 aprile alle ore 17:00 presso la sala consiliare dell’ente dopo circa quattro anni di amministrazione del gruppo di maggioranza “Cambiamo Cetraro”.
Gestione bocciata in toto, sin dagli albori, dal grande oppositore Pino Losardo, attuale commissario locale del partito Noi Moderati, rappresentato in consiglio comunale dalla consigliera Lorena Matta.
«Di quale altra testimonianza più chiara e inappellabile ci sarebbe bisogno, in termini di consolidata incapacità e radicale incompetenza nell’affrontare le problematiche quotidiane nel campo della gestione economica e finanziaria dell’Ente e dei suoi derivati? – si chiede Losardo in una nota.
«Ebbene, ci aspettiamo, dopo la decisione-lampo di convocare il consiglio, senza sentire alcun bisogno democratico di confrontarsi con le opposizioni – segno di odiosa tracotanza e vergognosa protervia – che sia lo stesso ed unico propositore dell’approvazione di tale fallimento, l’attuale vicesindaco, a produrre in aula, a tutto campo e senza rete, una dettagliata descrizione delle tappe più rilevanti che hanno contrassegnato il fatale passaggio dal predissesto al dissesto».
Un fatto dovuto secondo Losardo «inequivocabilmente alla negligenza e cosciente omissività istruttoria dell’organo politico, amministrativo, burocratico dell’Ente.
Intanto, sembra che questa proposta di dissesto sia stata scritta solo a due mani.
A ben guardare le carte, appare un’interlocuzione strettamente bilaterale tra lo stesso supplente del sindaco e la dirigenza del servizio finanziario, concordi nell’impossibilità di equilibrare un bilancio di previsione, quello 2024-2026, dopo ben quattro bilanci consecutivi, del cui pareggio contabile hanno dato atto in consiglio, con la disinvoltura più spavalda di questo mondo».
In questo caso il dissesto «assume aspetti di un fatto quasi privatistico. Tenere lontani da qualsiasi diversa considerazione di merito le minoranze e i resti della giunta e dei consiglieri senza pennacchi, sembra essere stata la sola parola d’ordine intercorsa tra il vice sindaco e la citata dirigenza.
Un prendere o lasciare visibile ad occhio nudo sulla relazione di quest’ultima – incalza Losardo – quasi a volere evitare possibili e noiosi giudizi di diverso tenore.
Toccherà all’attuale comandante più alto in carica, tuttavia, riferire alla città e al mondo intero come sono andate effettivamente le cose. Non un processo, evidentemente.
Ma sarà solo l’inizio di un percorso politico di verità sulle cause che hanno affibbiato al nostro Comune il secondo catastrofico dissesto della sua storia democratica, in quasi ottant’anni di Repubblica».
Il commissario di Noi Moderati chiede a gran voce: «fuori i nomi e cognomi di quanti sono stati gli indiscutibili artefici di questo disastro.
Se colpevoli, specialmente di questi tempi, di aver preso di mira le sempre più povere famiglie con la loro mala gestione, è necessario che paghino adeguatamente e siano allontanati dagli impegni amministrativi».
«Non sarà tanto facile giustificare, con ragioni giuridicamente valide, tre anni e più di indebita persecuzione tributaria in nome e per conto di uno stato di predissesto, praticamente inventato.
Sarà importante sapere, comunque, che fine hanno fatto le entrate tributarie con un surplus tariffario generalizzato, che avrebbe dovuto iniziare a diminuire la quantità del debito e a ridurre il sontuoso disavanzo di amministrazione, registrato in più “Rendiconti di Bilancio”.
Non è solo frutto del caso che, per interessi maturati nei confronti di creditori non pagati e nuovi debiti fuori-bilancio da riconoscere, lo stesso disavanzo, oggi, abbia raggiunto la stratosferica cifra di 𝟱.𝟬𝟳𝟱.𝟰𝟭𝟭,𝟯𝟲 euro. Nel 2022 era di 𝟰.𝟰𝟯𝟲.𝟱𝟵𝟰,𝟮𝟱 euro.
Se nell’aula consiliare, sabato 6 aprile prossimo, emergeranno queste, e altre verità nascoste, si ritiene semplicemente vergognoso che questa indefinibile classe di amministratori pensi di stare al suo posto e gestire i prossimi anni di dissesto.
Al bando, pertanto, qualsiasi strategia di indecorosa natura e subito dopo aver approvato il dissesto ci si avvii verso il Protocollo comunale.
Non gli interessi politici e amministrativi di una maggioranza che si accorge di essere completamente con le gomme a terra dopo ben quattro anni di sfascio totale delle stesse casse comunali, ma sono in gioco i supremi interessi della città e delle famiglie, nel mentre ci si avvia ad altri cinque anni di sacrifici e gogna fiscale per i cittadini, le cui sorti si vorrebbero ancora governare per ultimare quel processo di distruzione perfetta di una Comunità, iniziata il lontano settembre del 2020!
Una cosa è certa – avverte Losardo – questo partito non mollerà la preda facilmente».
fiorellasquillaro@calabriainchieste.it