Rosaria Succurro

COSENZA – I consigliere provinciali Giuseppe Ciacco (Capogruppo Pd), Pino Capalbo (Pd), Rosellina Madeo (capogruppo Provincia Democratica) e Salvatore Tavernise (Provincia Democratica) tornano sulla questione del bilancio di previsione ribadendo le “anomalie” già denunciate e non affrontate nella replica dei consiglieri di maggioranza.

«Una replica, quella, dei consiglieri di maggioranza della provincia di Cosenza, che da una parte, non entra nel merito delle questioni da noi sollevate e, dall’altra parte, confessa da sé una totale pochezza in termini di argomentazioni politiche».

Nel merito, «lo schema del bilancio di previsione presenta un Fondo liti, manifestamente non congruo, presenta un Fondo Crediti di dubbia esigibilità, il cui accantonamento, per stessa ammissione dell’Organo di revisione, non è congruamente quantificato, presenta un disavanzo di 44 milioni di euro, rispetto al quale però, per circa 10 milioni manca ogni chiarimento in ordine alle modalità, con le quali avverrà il relativo e doveroso ripiano».

Ebbene, su queste questioni «che noi abbiamo sollevato, con pertinente puntualità, i Consiglieri di maggioranza, furbescamente, hanno glissato. E non potevano fare diversamente, perché si tratta di questioni assai fondate, che mettono in grave sofferenza la tenuta contabile dell’Ente».

Costoro «si sono rifugiati in populistiche petizioni propagandistiche, esternando inconsistenti banalità, frutto di vuote parole e di gratuite illazioni, che saranno, definitivamente, smascherate dalla Corte dei Conti, che sarà, tempestivamente investita dal documento contabile, confezionato nelle segrete stanze di Piazza XV marzo».

Nel frattempo, «noi, che non abbiamo bisogno di nessun suggeritore, perché sappiamo perfettamente leggere un bilancio, continueremo nella nostra ferma azione di contrasto a un modo di intendere l’amministrazione, completamente antitetico a quello che noi interpretiamo nei nostri territori».

Infatti, «ciascuno di noi, per il proprio ruolo, nelle rispettive municipalità ha dovuto misurarsi e risolvere i mostruosi guasti finanziari ereditati dal centro destra. Emblematico è il caso del Comune di Cosenza, trascinato nella bancarotta da un nefasto decennio di regime e che, oggi, è tornato a rivedere la luce. Ma sintomatici sono anche gli esempi dei Comuni di Acri e Corigliano Rossano».

E, ancora: «Il Comune di Acri, governato dal centro sinistra, è uscito dal dissesto e, oggi, per effetto di una oculata gestione dei conti, presenta, addirittura, un avanzo di amministrazione. Il Comune di Corigliano Rossano, governato dal centro sinistra, dopo anni di buio, oggi, sta vivendo la stagione della rinascita».

Perché, evidentemente, «la nostra cultura di governo applica un alfabeto, che guarda all’interesse generale e non già ai meschini e faziosi tornaconti della propria parte politica. Gli interventi si modulano secondo le necessità, non secondo il colore delle amministrazioni. Senonchè, la vergognosa logica applicata dall’Amministrazione provinciale, con in testa il suo Presidente, va nella direzione di elargire privilegi e prebende solo ai Comuni amministrati dal centro destra».

Un esempio lampante di questa logica è cristalizzato, «proprio nel DUP: 8 milioni di euro per un liceo sportivo a San Giovanni in Fiore, il deserto più assoluto per il comune di Corigliano-Rossano. Roba da far accapponare la pelle! E allora, buona fortuna Presidente, per le amministrative di San Giovanni in Fiore, oramai imminenti!».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it