CETRARO (Cs) – Iniziativa dei consiglieri di minoranza del Comune di Cetraro Giuseppe Aieta (Azione), Angelo Aita (Progetto Sviluppo), Benedetta Saulo (Psi), Lorena Matta (Noi Moderati), Massimiliano Vaccaro (Italia Viva), per cercare di salvare la città dalle disastrose conseguenze del dissesto, dichiarato dalla sola maggioranza nel consiglio comunale del 6 aprile scorso.
In una missiva inviata al prefetto, al presidente del consiglio comunale f.f., al segretario comunale e al revisore dei conti i cinque consiglieri hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario nel quale procedere all’annullamento, in autotutela, della dichiarazione di dissesto finanziario adottata nell’anzidetta assise.
In applicazione e ai sensi di quanto previsto dall’art. 20, comma 4 dello Statuto comunale la minoranza chiede «di voler convocare il consiglio comunale in seduta straordinaria per discutere e deliberare, con la presenza obbligatoria del revisore legale, così per come previsto dall’art. 63 comma 9 dello stesso Statuto comunale, sul seguente ordine del giorno:
annullamento in autotutela della delibera avente ad oggetto: “dichiarazione di dissesto finanziario, adottata nella seduta consiliare del 6 aprile 2024, affissa all’Albo Pretorio in data 11 aprile 2024”».
«Siffatta richiesta – spiega la minoranza – scaturisce dal dato oggettivo ed inconfutabile che la citata delibera, a parere dei sottoscritti, sia stata adottata in violazione di legge e viziata da eccesso di potere e di incompetenza, non avendo il revisore legale, partecipato alla seduta del Consiglio Comunale per riferire o dare pareri consultivi su particolari argomenti che, nel caso che ci occupa, riguardano l’aspetto contabile e normativo dell’Ente oltre che l’interesse pubblico.
La mancata partecipazione del revisore si pone in palese violazione di quanto disposto in applicazione di quanto previsto dall’art. 63 comma 9 dello Statuto comunale che impone “Il collegio dei revisori dei conti nella sola persona del presidente, se invitato dal sindaco o da 1/5 dei consiglieri, è tenuto, obbligatoriamente, a partecipare alle sedute del Consiglio comunale o della Giunta per riferire o dare pareri consultivi su particolari argomenti, senza diritto di voto”.
Atteso che, la partecipazione del revisore nella seduta consiliare è da ritenersi obbligatoria, al fine di consentire a ciascun consigliere di poter verificare e chiedere allo stesso professionista i necessari chiarimenti;
Atteso altresì che, la richiesta partecipazione è volta a rideterminare una eventuale riduzione del debito per calcoli errati, per debiti fuori bilancio iscritti nelle altre passività ma non riconosciuti dall’Ente, per liti potenziali ecc. è evidente che la richiesta di annullamento, in via di autotutela, della delibera di dichiarazione del dissesto, debba ritenersi, sia in fatto che in diritto, legittima».
E ciò, «in quanto posta a tutela dell’interesse pubblico e dell’autonomia gestionale dell’Ente Comunale e finalizzata a garantire il diritto all’equa imposizione fiscale in relazione alla capacità contributiva personale, all’istruzione e all’educazione, alla tutela della salute.
Inoltre – conclude la minoranza – la paralisi dell’azione amministrativa non consentirebbe di dare risposte neanche in merito ai servizi essenziali da rendere ai cittadini (mensa, servizio pubblico, spazzatura) né di supportare e promuovere le aggregazioni sociali o di compiere opere e lavori di primaria importanza».
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