FUSCALDO (Cs) – Un primo incontro sentito e coinvolgente: una conferenza partecipata, organizzata a Fuscaldo, presso la saletta parrocchiale “padre Mercelliano“, dall’associazione “Biblioteca Pietro De Seta” sul tema “Le profezie di Gioacchino da Fiore”, relazionata e magistralmente discussa ed elaborata dal professore Alberto Scerbo, docente di filosofia del diritto presso la facoltà di giurisprudenza di Catanzaro.

Numerosi gli interventi che hanno resa più coinvolgente la serata.

Ha aperto la conferenza Pietro De Seta che ringraziando e salutando il numeroso pubblico e introducendo i lavori, nella saletta dell’auditorium a Fuscaldo Centro, ha dato la parola al docente universitario.

Nella storia del pensiero medievale, pochi nomi suscitano un interesse così profondo e controverso come quello di Gioacchino da Fiore.

Questo monaco abate calabrese del XII secolo non solo ha lasciato un’impronta indelebile sulla teologia e sulla spiritualità del suo tempo, ma ha anche influenzato in modo significativo il pensiero politico e sociale dell’epoca.

Al centro della visione religiosa di Gioacchino da Fiore vi è l’idea di una storia divina in tre fasi, rappresentate dalle tre persone della Trinità: l’Era del Padre, l’Era del Figlio e l’Era dello Spirito Santo.

Secondo la sua profezia, l’Era dello Spirito Santo sarebbe stata un’epoca di pace, giustizia e spiritualità universale, in cui la Chiesa e il potere secolare si sarebbero fusi in un unico regno di amore e armonia.

Quest’idea di un regno terreno del Cristo incarnato ha avuto un impatto significativo sul pensiero politico del tempo. Gioacchino da Fiore ha influenzato movimenti ereticali e riformatori, che vedevano nella sua visione una speranza per un mondo migliore, libero dalle ingiustizie e dalle corruzioni del potere temporale.

Tuttavia, l’interpretazione politica delle visioni di Gioacchino da Fiore non è stata priva di critiche e controversie. Alcuni hanno accusato il monaco calabrese di sovversione e di mettere in discussione l’autorità della Chiesa e del papato.

Altri hanno sottolineato il suo contributo alla nascita di movimenti millenaristi e rivoluzionari, che hanno cercato di realizzare con la forza la visione di un regno terreno del Cristo.

In ogni caso, l’idea religiosa-politica di Gioacchino da Fiore continua a suscitare dibattiti e riflessioni anche nei nostri giorni. La sua visione di un’epoca di armonia e spiritualità universale rimane un ideale allettante, ma le sfide e le complessità della storia ci ricordano che il cammino verso un mondo migliore è lungo e accidentato.

Nell’analizzare l’eredità di Gioacchino da Fiore, ci confrontiamo non solo con le sue visioni profetiche e le sue idee politiche, ma anche con le sfide e le contraddizioni del nostro tempo. La sua ricerca di un equilibrio tra fede e ragione, tra spiritualità e azione politica, ci invita a riflettere sulle nostre stesse aspirazioni e ideali, e sulla strada che dobbiamo percorrere per realizzarli.

«La storia vissuta come servizio è ciò che favorisce la conversione dell’uomo verso la verità. Quello che Gioacchino fa – conclude il professore – è quello di indicare il cammino, imprimere il movimento alla meta ultima, quella appunto rappresentata dalla verità».

Alberto Scerbo e Pietro De Seta