ACQUAPPESA/GUARDIA PIEMONTESE – Degrado e abbandono, sporcizia e devastazione. Quel compendio che fino a quattro anni fa era fiore all’occhiello dell’intera Calabria e che dava lavoro e servizi di eccellenza, richiamando persone da tutto il mondo, da quando è passato in mano ai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese è un’area dove il degrado è padrone assoluto.

I video allegati sono stati realizzati il 2 maggio scorso nell’area dello stabilimento vecchio del compendio termale di Guardia Piemontese e Acquappesa (quello nuovo è aperto) e si commentano da soli.

Invitiamo, pertanto, i lettori a visionare i 13 video allegati e riflettere, maturare una propria convinzione, perché quì non ci sono opinioni o prese di posizione di parte, ma fatti, atti, riscontri eccezionali, fermo restando che ci piacerebbe conoscere anche l’opinione di chi riveste ruoli di responsabilità in merito.

Si dice (e in questo periodo elettorale lo si è ribadito tante volte) che sono pronti 700 mila euro da utilizzare per mettere mano all’intera area, ma, ci si chiede: in questi tre anni non è stato possibile (o, forse, non si è voluto) inviare sul posto operai che si occupassero del taglio delle erbacce, della pulizia dei luoghi, della semplice riparazione di staccionate e cartelli? Dello smaltimento dei rifiuti?

C’è bisogno di 700mila euro per tenere semplicemente pulita la zona, così come è stata per tanti anni e fino a quando il compendio non è passato da mano privata a mano pubblica?

Cosa vieta a chi di dovere, oggi, domani, dopodomani, di inviare sul posto squadre di operai comunali o cooperative sociali per ripulire l’area e smaltire i rifiuti, nelle more dell’iter che porterà al promesso inizio dei lavori?

Siamo certi che prima o poi inizieranno i lavori promessi, ma, ci si chiede ancora: servono 700mila euro per questi interventi ordinari?

Forse no, servono solo attenzione e amore per la propria terra, soprattutto dopo l’enorme caciara sollevata in questi anni per venire in possesso di quell’area e poi lasciarla in balìa dell’incuria e dell’abbandono.