AMANTEA (Cs) – Sulla scorta del dibattito politico che in queste settimane sta tenendo banco in città, e che sta interessando principalmente il partito di Fi e il centrodestra più in generale, ha manifestato il proprio pensiero l’ex sindacalista amanteano Walter Giampà.
La politica, ed i partiti in particolare, devono rappresentare aggregazione di idee omogenee senza per questo trasformare valori fondanti in quello che viene spesso definito “pensiero unico”».
Fatta questa premessa «la democrazia ed il confronto all’interno di ogni singolo movimento rappresentano certamente la ricchezza che la pluralità delle idee portano i movimenti alla propria affermazione con lo scopo di dare speranze di crescita sociale, culturale ed economica di un territorio».
Se invece, «un movimento politico si trasforma in un comitato elettorale esso è destinato ineluttabilmente ad un fallimento e come spesso accade ad allontanare la gente dalla politica stessa che finisce solo per rappresentare interessi che non tengono conto del tessuto sociale nel quale dovrebbe tenere in primissimo piano gli interessi dei cittadini».
Insomma la politica non può essere intesa come portatrice di meri interessi di “fazione” calati dall’alto per scopi elettorali che non hanno mai dispiegato una visione comune nella gestione della cosa pubblica, specie a livello più basso quello cioè più vicino ai cittadini».
Persone che «si sono professate, legittimamente, di appartenere ad una certa corrente politica che si candidano con l’opposta corrente come possono essere credibili di fronte ai cittadini elettori».
Altri che «per anni hanno affrontato la gestione amministrativa accanto a soggetti che mai nulla hanno avuto a che fare con una certa parte politica possono rappresentare le esigenze di una comunità che fino a ieri è stata sempre critica nei loro confronti».
«Questi, secondo me, sono i misteri di una politica inguardabile e che si arrampica sugli specchi nella speranza di conservare posizioni proprie e che sempre di più si allontana dai cittadini».
Infine «ritengo, che i ripensamenti siano alla base dello sviluppo civile di qualsiasi comunità, però lasciatemi il beneficio del dubbio sulla nascita di un movimento che non ha in se la condivisione di valori fondanti ma solo visioni di natura utilitaristica».
Un augurio pertanto «a tutti sperando che queste mie riflessioni si rivelino in futuro sbagliate ma che ad oggi suscitano grandi preoccupazioni».
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