COSENZA – Nelle prime ore della mattina a Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, la Polizia di Stato attraverso il personale della Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, della SISCO di Catanzaro e dello SCO, i Finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, con il GICO del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e lo SCICO di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 142 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose (https://www.calabriainchieste.it/2024/05/14/ndrangheta-e-narcotraffico-maxi-blitz-in-calabria-142-indagati-nomi/)
Il provvedimento, emesso su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, scaturisce dall’ampia attività di indagine coordinata dalla DDA di Catanzaro e delegata, in considerazione dei plurimi profili investigativi, ai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, alle Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, alla SISCO di Catanzaro e allo SCO, ai Finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, con il GICO del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e lo SCICO di Roma.
Le investigazioni, che hanno costituito la prosecuzione di quelle portate a termine nell’ambito dell’operazione c.d. “Reset”, si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela poderosa attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, corroborati dai relativi riscontri, oltre alla acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.
La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato la perduranza dell’operatività delle organizzazioni criminali nell’area cosentina.
Si tratta in particolare di gravi elementi indiziari circa il perdurare dell’assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta di Cosenza e del suo hinterland, articolata in diversi gruppi organicamente confederati, e tutti riconducibili ad una struttura di vertice, nello specifico riconducibili ai due principali gruppi, il cd. clan degli italiani, nelle sue varie componenti, e il cd. clan degli zingari, anch’esso con varie articolazioni, nell’assetto rideterminatosi a seguito delle complesse e altalenanti dinamiche relazionali tra gli stessi, nonché delle numerose vicende giudiziarie, con i relativi diversificati esiti, che li hanno interessati.
In tale contesto nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati attinti dalle rispettive misure adottate, è stata ritenuta la gravità indiziaria, tra l’altro, per plurime vicende estorsive, aggravate dalle modalità e finalità mafiose, ai danni di titolari di esercizi commerciali e attività imprenditoriali.
La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, il parallelo sodalizio, operante sotto l’egida e nel contesto della medesima consorteria ‘ndranghetista, dedito al traffico di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il sistema che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland, nonché numerosi delitti in materia di traffico e spaccio diffuso di sostanza stupefacente di diverso tipo, cocaina, eroina, marijuana hashish, estorsioni, tentate e consumate, connesse al traffico della sostanza stupefacente, lesioni personali aggravate, e reati in materia di armi, anche con l’aggravante mafiosa, nonché delitti di furto, tentato e consumato.
Nello specifico, le investigazioni hanno consentito di ricostruire, sul piano della gravità indiziaria, la struttura del sodalizio dedito al narcotraffico, e riconducibile alla consorteria ‘ndranghetista operanti nel capoluogo brutio, nonché le linee d’azione, caratterizzate dalla preordinata ripartizione delle piazze di spaccio, dalla preventiva statuizione a livello verticistico dei canali di approvvigionamento, dalla commissione di ulteriori reati finalizzati a reperire denaro da reinvestire nel narcotraffico e/o al recupero dei crediti maturati con lo spaccio, e, infine, dall’obbligo incombente su tutti i sodali di versare nell’unica cassa comune a tutta l’organizzazione i proventi degli illeciti.
Dei 142 indagati, 109 sono stati destinatari di misura della custodia cautelare in carcere, 20 di quella degli arresti domiciliari, 12 dell’obbligo di dimora, 1 di misura interdittiva.
Gli indagati
In carcere
: Cosimo Abbruzzese detto Cocchino, Salvatore Ariello, Luigi Avolio, Bruno Bartolomeo, Giuseppe Bartolomeo detto Geppino, Gaetano Bartone, Antonio Basile, Enzo Bertocco, Antonio Bevilacqua detto il Topo, Leonardo Bevilacqua, Carlo Bruno, Dimitri Bruno, Umberto Cacozza, Francesco Bruno Calvelli, Pietro Capalbo, Antonio Caputo detto Totonno, Giuseppe Caputo, Vincenzo Caputo, Augusto Cardamone, Giuseppe Carolei, Simone Carrieri, Giuliano Caruso, Stefano Carolei, Luisiana Castiglia, William Castiglia, Fabio Ciarlo, Egidio Cipolla, Fabiano Ciranno, Umberto Franco Conforti, Marco D’Alessandro, Adolfo D’Ambrosio, Pamela D’Ambrosio, Andrea D’Elia, Attilio D’Elia detto Cristian, Massimiliano D’Elia, Valentino De Francesco, Maurizio Della Cananea, Francesco Costantino De Luca, Pietro De Marci detto Coccobill, Maria De Rose, Mattia De Rose, Armando De Vuono, Vanessa De Vuono, Michele Di Puppo, Paolo Elia Immacolata, Erra Manuel, Esposito Gianluca, Fantasia Simone, Ferrise Marco, Foggetti Luigi, Antonio Capalbo, Cristian Giordano, Francesco Gentile, Pasquale Germano, Silvia Guido, Marco Lucanto, Francesco Marchiotti, Pietro Mazza detto Giampiero, Alessandro Meduri, Antonio Meduri alias Paciottino, Filippo Meduri, Francesco Meduri, Pietrangelo Meduri, Ottavio Mignolo, Daniela Monaco, Kevin Montalto, Ivan Montualdista, Antonio Morrone, Francesco Mosciaro, Tatjana Natale, Stefano Noblea, Pamela Falvo Occhiuto, Cristian Pati, Karim Pati, Rosina Pati, Salvatore Pati, Francesco Patitucci, Vittorio Pino, Mario Piromallo, Roberto Porcaro, Diego Porco, Angelina Presta, Massimiliano Presta, Giuseppe Provenzano detto Tolli Tolli, Andrea Pugliese, Cesare Quarta, Paolo Recchia, Michele Rende, Filippo Maria Rende Granata, Andrea Rudisi, Michele Rudisi, Antonio Segreti, Alfredo Sirufo, Gianfranco Sganga, Luca Trotta, Alberto Turboli, William Zupo, Franco Zupo.
Ai domiciliari: Luca Bevilacqua, Domenico Chimenti, Agnese Crocco, Giuseppe Violi, Federica Bartucci, Giuseppe Chianello, Francesco Guarnieri, Luisa Rosanna Occhiuto, Manuel Prezioso, Armando Bevilacqua, Toni Berisa, Francesco De Grandis, Danilo Forte, Claudio Giannini, Michele Gedeone, Aurelio Pittino, Mattia Namik Sposato, Francesco Viapiana, Simone De Marco, Giulio Castiglia.
Obbligo di firma: Cesare Conte, Giuseppe Longo, Giuseppe Spagnolo, Guerino Campobasso, Daniel Chimenti, Paolo Greco, Alessandro Morrone, Filippo Occhiuzzi, Roberto Pasqua, Patrick Patitucci, Joi Luigi Principato, Simona Pugliese.
Sospensione dal pubblico servizio per il finanziere Enrico Dattis, finito nel maxiblitz interforze eseguito nella provincia di Cosenza.