COSENZA – Il collaboratore di giustizia Ivan Barone, tra i maggiori “fringuelli” della recentissima inchiesta antimafia Recovery (https://www.calabriainchieste.it/2024/05/14/colpo-al-clan-degli-italiani-e-al-clan-degli-zingari-nomi-109-in-carcere-e-20-ai-domiciliari-video/) ha raccontato, agli atti dell’indagine, di un regolamento di conti tra cosentini e sanlucidani (i Calabria, alleati del boss Roberto Porcaro) per il pestaggio di uno spacciatore di Cosenza a opera del gruppo Calabria, con tanto di minaccia a mano armata.
I fatti si sarebbero svolti in una struttura balneare, indicata come “lido notoriamente frequentato da pregiudicati”.
A proposito di un presunto spacciatore di droga cosentino, racconta il pentito: “…sempre nei giorni immediatamente precedenti alla data del mio arresto (1 settembre 2022) ho appreso anche del fatto che “Picicco” è stato picchiato e minacciato con una pistola dai fratelli Calabria in un lido denominato (omissis), sito a San Lucido, lido notoriamente frequentato da pregiudicati.
Premetto che quando mi riferisco ai Calabria indico tre fratelli, che io non conosco personalmente ma dei quali ho sentito parlare direttamente da Gianluca Maestri – che governano criminalmente la zona di San Lucido sia per quanto riguarda l’attività di spaccio che per il controllo del territorio attraverso attività estorsive.
Sicché ho saputo di questo pestaggio da Francesco Caputo, detto Ciccio (il nipote di Mario Pranno) il quale aveva richiesto per il mio tramite l’interessamento di Gianluca Maestri per capire il motivo di questa aggressione.
Immediatamente dopo io e Maestri ci siamo recati a San Lucido al lido… (omissis, struttura balneare di Paola) e Maestri si è impegnato nel tentativo di capire attraverso Michele Di Puppo le ragioni di questo pestaggio.
Maestri si è quindi incontrato con Michele Di Puppo il quale era anch’egli ignaro dell’accaduto e si impegnava a sua volta a conoscere meglio la vicenda. Tuttavia non c’è stato il tempo di capire di più in quanto l’indomani siamo stati arrestati».