COSENZA – Acquisti di apparecchiature nuove di zecca per circa 9 milioni di euro vanificati sia dalla mancata conoscenza del funzionamento degli strumenti e sia dalla carenza di accessori e prodotti necessari al loro impiego.
E, ancora, siluramenti di personale qualificato, merce imballata ma non consegnata, impegni di spesa fatti male per la fretta di spendere il denaro di cui ai fondi Por Covid 19 nei tempi di legge.
Questo e altro starebbe avvenendo presso l’Azienda sanitaria di Cosenza.
Ma andiamo con ordine.
Con la pubblicazione della deliberazione numero 393 del 2023, viene di fatto sottratta all’egida dell’Ingegneria Clinica, UOSD istituzionalmente preposta alla gestione delle apparecchiature elettromedicali, l’espletamento delle procedure di acquisto di quelle apparecchiature finanziate con i Fondi POR Covid 19 dalla Regione Calabria finalizzati a rendere strutturale l’immediata conversione di percorsi terapeutici dedicati nell’emergenza del rischio pandemico.
La gestione degli acquisti è stata coordinata dal dirigente dell’Economato, il Rup Dec e Dl era un ingegnere assegnato all’ufficio tecnico, il punto ordinante è un collaboratore tecnico programmatore munito di diploma di scuola superiore Istituto Magistrale.
Il fabbisogno dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza è stato definito – a dire del Commissario – da consulenti esterni (non meglio identificati), senza consultare i primari.
I dirigenti medici, dopo un primo momento di sbandamento, perchè erano consueti a interfacciarsi con l’Ingegneria Clinica, hanno successivamente assunto l’atteggiamento passivo nello spirito «almeno qualcosa di nuovo arriva».
Sono stati effettuati acquisti per circa 9 milioni di euro entro la scadenza fissata del 31 dicembre 2023 ma, alla stessa data, le apparecchiature dovevano esse consegnate ai reparti funzionanti e in uso (collaudate).
Ai primi di ottobre il direttore amministrativo ha emanato una disposizione interna, nella quale disponeva con effetto immediato la sostituzione, valutati i curricula ed i percorsi lavorativi, dell’ingegnere responsabile dell’Ingegneria Clinica con la signora collaboratore tecnico programmatore, facendo registrare non poche perplessità tra il personale sanitario interessato.
Quando è iniziata la consegna delle apparecchiature, – racconta un addetto ai lavori, autorevole e qualificato – sarebbero «iniziati i problemi legati alla mancata conoscenza del funzionamento delle apparecchiature acquistate»
Ad esempio, «è stato acquistato un tavolo operatorio bariatrico senza gli accessori bariatrici, defibrillatori senza placche (monouso) di ricambio, ecografi senza sonde, emogasanalizzatori senza kit di reagenti.
Non essendo, inoltre, il gruppo missione POR coordinato con alcuna UO, «le apparecchiature di diagnostica non hanno modo di far confluire i risultati nella cartella clinica elettronica, ed ancora l’acquisto di sistemi informatici per il blocco operatorio non ha visto la preventiva verifica di compatibilità con i sistemi esistenti.
La ciliegina sulla torta è poi rappresentata «dall’acquisto di pc carrellati forniti ai reparti ma inutilizzati perchè:
a) non dotati di batteria;
b) il medico dovrebbe girare con due carrelli, quello del pc ed il carrello farmaci, acquisto di armadi e comodini, cartellonistica, segnaletica…
Ad oggi l’Ospedale dell’Annunziata è pieno zeppo di merce non consegnata, ancora impacchettata nei colli di spedizione.
Tuttavia il gruppo della Missione POR è stato lodato per aver “speso” nei tempi dettati dalla Regione Calabria ma ancora si procede all’acquisto di apparecchiature elettromedicali con fondi aziendali», spiega la nostra fonte interna.
Chiaramente, ove mai qualcuno volesse integrare tale narrato o comunque instaurare un contraddittorio, sarebbe graditissima una sua presa di posizione a info@calabriainchieste.it