CERISANO (Cs) – Si è svolta ieri a Cerisano, nella Casa della Cultura di piazza Zupi, la presentazione del progetto “Italia nel mondo” per la rivitalizzazione dei piccoli comuni attraverso l’ospitalità degli italo-discendenti. Sono intervenuti, il sindaco di Cerisano, Lucio Di Gioia, il sindaco di Cleto, Armando Bossio, la responsabile marketing del progetto, Tiziana Nicotera, il presidente di Esse Turismo Calabria e organizzatore, Michele Di Stefano, e il membro del Comitato Europeo delle Regioni, Giuseppe Varacalli.

Il turismo delle radici nei borghi calabresi. Se ne è parlato ieri sera a Cerisano, nella Casa della Cultura. È un progetto importante. Un’operazione di marketing che offre delle prospettive molto allettanti ai paesi coinvolti. Si punta con decisione alla valorizzazione delle bellezze naturali, artistiche, culturali, enogastronomiche attraverso il progetto “Italia nel Mondo” che si fonda sul cosiddetto turismo delle radici, ovvero far tornare gli italo-discendenti nei luoghi in cui sono nati e hanno vissuto i propri antenati. Argentina, Brasile, Cile, Canada, Stati Uniti, Australia, solo per citarne alcuni. Il bacino d’utenza è figlio di un secolo di emigrazione. Ne ha intuito le potenzialità il sindaco di Cleto, Armando Bossio, presente ieri sera per portare la testimonianza della sua esperienza, sebbene ancora ai primordi. E non si è lasciato sfuggire la grande opportunità, il primo cittadino di Cerisano, Lucio Di Gioia.

«Noi dobbiamo replicare, se possibile, questa bella iniziativa che hanno sperimentato a Cleto – ha dichiarato Di Gioia –. Siamo fiduciosi sull’entusiasmo della nostra popolazione e anche delle nostre aziende, perché sarà un progetto che necessita della partecipazione di tutti: dei cittadini, delle nostre associazioni, delle attività commerciali. Credo sia una bella opportunità di sviluppo, una grande occasione per l’economia del territorio. Dobbiamo lavorare, ragionare serenamente su come costruire bene questa opportunità».

Il turismo delle radici è un’attrattiva unica per chi, di origine italiana, magari non è mai stato nei luoghi natii dei nonni, dei genitori. «C’è un turismo di ritorno, accompagnato anche da una necessità di questi ex concittadini che vivono oltre oceano – ha sottolineato il sindaco di Cerisano – che hanno voglia di ritornare e di connettersi con questi territori. Per noi questa occasione può rappresentare un motore di sviluppo locale, generando nuove opportunità occupazionali e valorizzando le risorse del territorio in modo sostenibile. Penso che anche Cerisano debba cogliere questa opportunità e possa cogliere questa sfida».

“Questo tipo di progetto non può funzionare se non viene condiviso dal basso con la comunità – il presidente di Esse Turismo Calabria e organizzatore, Michele Di Stefano –. Quindi il primo passaggio che noi facciamo, che abbiamo fatto a Cleto e che faremo quindi a Cerisano, è quello di spiegare in cosa consiste per capire se effettivamente la comunità ospitante è pronta o comunque si preparerà ad accogliere queste persone. Nel turismo delle radici, da un lato abbiamo chi è attaccato alla propria storia familiare che vuole tornare nello specifico comune. Dall’altro, c’è questo senso dell’italianità, l’attaccamento, l’orgoglio di appartenenza all’Italia. E molte persone cercano soprattutto i piccoli comuni, i piccoli borghi in cui poter ritrovare anche quella dimensione umana che spesso ormai si è persa. E quindi c’è bisogno di senso d’accoglienza e di molta empatia nel modo di accogliere queste persone – ha concluso Di Stefano – perché sono come residenti temporanei”.

Del funzionamento “pratico” ha parlato invece la responsabile marketing del progetto, Tiziana Nicotera: “Le proposte riguardano i soggiorni di un mese e non è facile avere in un piccolo comune, persone che decidono di trascorrere una vacanza. È tutto basato sulla cultura. Gli italiani nel mondo vogliono cultura, tradizioni, riscoperta di tutto quello che è l’identità territoriale. Quindi queste persone, ad esempio, seguono corsi di lingua italiana e vivono tutta una serie di esperienze legate al tessuto del posto: quella enogastronomica, ad esempio, ma in generale tutto quello che è folclore, quindi la danza popolare come la tarantella, non assistere soltanto, ma proprio immedesimarsi nello stile di vita locale. Senza dimenticare che per far funzionare il progetto sono fondamentali i residenti che devono essere protagonisti in prima linea, ad esempio, farsi avanti se hanno delle case da affittare, oltre al B&B che già esiste, per capire anche su quale ricettività poter contare”.

Il primo bilancio del sindaco di Cleto, Armando Bossio, poi, ha fornito la testimonianza concreta e le prospettive di “Italia nel Mondo”.  «È partito a marzo nel nostro borgo – ha affermato Bossio – il primo progetto legato all’esperienza del turismo delle radici, coordinato da Esse Turismo Calabria e dal nostro Comune. Come amministrazione comunale stiamo puntando molto su questo filone che permette di valorizzare il territorio coniugando l’attenzione per le tradizioni».

Circa 80, a oggi, «sono gli ospiti che dal Sudamerica sono arrivati in Calabria per partecipare a questa prima fase sperimentale di “Italia nel Mondo”. Per favorire un migliore inserimento ed una più efficace partecipazione, tra le attività previste è partito il corso d’italiano di base. Un ritorno tra i banchi di scuola che apre spiragli di ricordi da condividere. Per circa 30 giorni gli ospiti sono veri e propri cittadini del borgo, prendendo parte a un ricco calendario di laboratori, lezioni, eventi organizzati e pensati per loro, per immergersi nella cultura storica, popolare ed enogastronomica locale».

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