COSENZA – Chiesto l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro sulla vicenda di palazzo Vaglio Lise di Cosenza, Maximiliano Granata, Presidente Associazione Legalità Democratica, promette che sarà richiesto anche l’intervento della Procura della Repubblica. Filippo De Cello – puntualizza – non ha risposto ai chiarimenti richiesti.
Ma andiamo con ordine.
«Non amo le “discussioni accademiche”. Sono rimasto lontano dalle Università, almeno quelle italiane, dal giorno della mia laurea in giurisprudenza. Ho sempre professato un’ottimistica fede nella ragione, ma ho sempre diffidato delle teorizzazioni tendenti a superare il buon senso che, ricordo, un epigramma in un libro di scuola di mia Madre “la scienza, sua legittima figliola – uccise per veder com’era fatto”», premette Granata.
E prosegue la sua lunga analisi: «Proprio per questo non ho dimenticato una discussione che intavolai nientemeno che col Rettore di una piccola e gloriosa Università, proponendogli una indagine scientifica sul tema: “L’ignoranza come elemento di evoluzione dell’ordinamento giuridico e dei procedimenti amministrativi”. Lì per lì l’illustre personaggio prese la cosa a ridere, lodando la mia supposta ironia.
Riuscii però a convincerlo che non volevo affatto scherzare, facendogli esempi storici (mi pare proprio quello dell’ignoranza della lingua greca da parte dei Glossatori che perciò esclusero le proposizioni scritte in greco del Digesti dal diritto positivo da loro commentato con i famosi “id est…”).
La ignoranza degna di esser fatta oggetto dell’ironia se non proprio del dileggio è quella che sta producendo una sciagurata evoluzione (dunque anche in questo caso c’è poco da ridere) dell’istruzione dei procedimenti amministrativi del nostro povero Paese.
L’ignoranza non va confusa con il disorientamento: l’ignoranza, crassa ed arrogante di certi nostri burocrati, capace di sfidare il ridicolo che le si addice è tutt’altro che “disorientata”. Queste malinconiche (a dir poco) considerazioni di certo non mi rallegrano e cerco di liberarmene», aggiunge.
Quindi, nel merito, va avanti: «Ma, poi mi capita di leggere qualche atto di una procedura relativa alla riorganizzazione di postazioni presso la sede di Vaglio Lise, con tanto di intestazione della Regione Calabria e sono rudemente respinto nello sconforto.
E’ stata rilevata l’assenza del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza presso la Regione Calabria, non è stato prodotto il certificato di agibilità, il certificato di prevenzione degli incendi e degli impianti dell’immobile e non è stato verificato lo stato dei luoghi da parte del datore di lavoro della regione Calabria e del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, ma quello che incredibilmente desta meraviglia e che il Dipartimento Economia e finanze che si sta occupando della riorganizzazione dichiara “di non essere in possesso della documentazione che legittima la permanenza di ulteriori enti all’interno dell’immobile e la cui permanenza è stata rilevata solo nel corso del recente avvio del processo di riorganizzazione logistica delle postazioni di lavoro”.
Quello che è incredibile e che il Dipartimento “Economia e Finanze” avrebbe già dovuto possedere la documentazione necessaria che ne legittimasse la presenza o meno di ulteriori enti all’interno dell’immobile, soprattutto relativamente ai piani 1, 3 , 5 che la Regione, senza produrre alcuna intesa relativa alla legge del Rio, dichiara di essere di pertinenza dell’Amministrazione Regionale. Nonostante questo, il solerte dirigente generale provvede a fare spostamenti di dipendenti regionali in maniera confusa e disordinata.
Vieppiu’ ecco alcune foto (allegate, ndr) delle porzioni del palazzo degli uffici sito in Vaglio Lise Cosenza che non risponde alle norme relative al dlgs 81/2008 salute e sicurezza sul lavoro».