RENDE (Cs) – Sono centinaia i docenti che stanno seguendo i corsi abilitanti da 30 Cfu (Crediti formativi universitari) presso l’Università della Calabria, ma il rischio è che gli sforzi profusi fin qui possano essere vanificati a causa di una scadenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) che ha fissato – inaspettatamente – per il 10 giugno il termine ultimo per l’aggiornamento delle Graduatorie provinciali (Gps), da cui dipendono le supplenze.
Il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), che gestisce l’erogazione dei corsi, aveva stabilito la fine degli stessi entro il 30 giugno, quindi è stata per tutti una sorpresa quando l’altro ministero, quello dell’Istruzione, responsabile delle graduatorie, ha fissato l’aggiornamento al 10.
Il mancato coordinamento dei due ministeri ha quindi generato una situazione di difficoltà per tantissimi docenti interessati. I corsi dell’ateneo calabrese, come quelli di altre università, termineranno infatti a fine giugno, rendendo impossibile per centinaia di docenti concludere gli esami e presentare la domanda entro la data stabilita dal Mim.
C’è da sottolineare che già all’avvio dei corsi, la ristrettezza dei tempi dettati dal Mur aveva reso complessa l’organizzazione, tanto che su circa 60 università pubbliche accreditate solo 15 avevano avviato i corsi di formazione 30 cfu art.13, riservati a chi è già in possesso di una abilitazione.
L’Unical è tra le poche che ha fatto uno sforzo organizzativo per offrire l’opportunità di usufruire dei corsi, che costituiscono un’opportunità di lavoro preziosa nel campo dell’insegnamento.
La vicenda. Il mancato allineamento delle scadenze tra i due Ministeri ha indotto numerosi corsisti a chiedere all’ateneo calabrese di concentrare ed anticipare gli esami conclusivi dei corsi, in modo da poter conseguire i crediti entro il 10 giugno.
Tuttavia, tali istanze non possono essere accolte dall’Unical, così come non è stato possibile per diverse altre università, in quanto la pianificazione didattica è stata predisposta al fine di rispettare i tempi e le modalità indicate nel bando di ammissione.
In particolare, il calendario delle lezioni frontali è stato definito per assicurare una corretta preparazione, mentre un’accelerazione dei calendari, che dovrebbe prevedere anche lezioni notturne (dato che i corsi terminano già alle 20,30), impedirebbe a molti frequentanti di seguire le attività nei modi e nei tempi opportuni, così come rappresentato in diverse mail da parte di altri corsisti allarmati dalla paventata anticipazione della fine dei corsi.
Anzi, per andare incontro alle esigenze degli iscritti molti dei quali sono già impegnati nella scuola, sin dall’inizio le lezioni sono state condensate e distribuite dopo le 17,30 nei giorni feriali e la mattina e il pomeriggio al sabato e alla domenica. Inoltre, la prova finale del percorso prevede una prova scritta e una prova orale (lezione simulata) su un tema proposto con un anticipo di 48 ore.
Infine, se anche tutti questi ostacoli potessero essere in qualche modo rimossi, non è scontata la disponibilità da parte dei 130 docenti universitari di modificare il contratto, per includere insegnamenti in orari notturni. Motivo per cui chiudere tutto entro il 10 giugno risulta impraticabile.
La proposta del Rettore. Si tratta di una problematica, quindi, che interessa diversi atenei nazionali e proprio per questo motivo il rettore Nicola Leone, sensibile alle richieste dei propri iscritti, ha ritenuto di farsi promotore, giovedì scorso in sede di Crui (la Conferenza dei rettori italiani), di una proposta da inviare al ministero dell’Istruzione e del Merito.
La richiesta, sposata da tutti i rettori, è stata formalmente presentata dalla presidente della Crui Giovanna Iannantuoni, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Spetterà adesso al Ministero guidato da Giuseppe Valditara sbrogliare il caso: valutare con urgenza l’istanza della Crui, tenendo conto del forte appello proveniente dal mondo accademico e da quello di migliaia di corsisti e sindacalisti di tutta Italia.