SAN LUCIDO (Cs) – Per le tante mamme del Tirreno cosentino è la fine dei disagi perché potranno partorire nel presidio ospedaliero cetrarese, senza bisogno di spostarsi fuori regione o all’Annunziata di Cosenza o ricorrere alle cliniche private.
L’inaugurazione, così come richiesto dal sindaco Ermanno Cennamo, assente giustificato per gravi motivi di salute, si è svolta nella massima sobrietà con la semplice apertura della porta Punto nascita.
«La porta del Punto nascita dell’ospedale di Cetraro è stata riaperta dopo tanta attesa – ha commentato il sindaco con un post dal suo profilo social – Auguri alla comunità del Tirreno cosentino e in particolare alle mamme del territorio che già da queste ore potranno dare alla luce i propri bambini».
Il reparto, era chiuso dal 2019 a seguito delle gravi criticità riscontrate nel blocco operatorio e nelle sale parto dopo la morte della giovane mamma di Rota Greca, Santina Adamo, morta a soli 36 anni per uno shock emorragico dopo aver partorito il suo secondo bimbo.
Complicato l’iter burocratico che ha portato alla riapertura del reparto dopo cinque lunghi anni.
Alla riapertura del Punto nascita ha presenziato Maria Pompea Bernardi, supervisore degli spoke dell’Asp di Cosenza che insieme al primario del reparto Bruno Tucci, al direttore sanitario Ercole Cosentino, al vicesindaco Tommaso Cesareo, e alla consigliera Gabriella Luciani hanno visionato i nuovi locali.
«È una giornata da ricordare – commenta il vicesindaco Tommaso Cesareo – La riapertura del Punto nascita di Cetraro ridà dignità non solo alla struttura ospedaliera di Cetraro, ma anche ad un vasto territorio al quale era stato sottratto il diritto alla salute.
Non siamo tipi da medaglie al petto, ma lasciatemi dire che il sindaco e l’amministrazione in questi anni hanno lavorato sodo per raggiungere questo straordinario risultato.
Ma senza la determinazione, il coraggio e il decisionismo del Presidente Occhiuto, non saremmo arrivati alla meta. Si apre una nuova pagina per l’ospedale di Cetraro, che dovrà avere la dignità che merita».
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