CETRARO (Cs) – Noi Moderati di Cetraro boccia l’attuazione di una nuova “coalizione di maggioranza di larghe intese” nel Comune tirrenico che dovrà tirare avanti fino alla naturale conclusione della consiliatura dopo l’azzeramento di tutte le deleghe ad assessori e consiglieri da parte del sindaco Ermanno Cennamo.
“No” categorico del commissario locale dei moderati di Maurizio Lupi, Pino Losardo: «Questo partito non sosterrà mai giunte ibride di salute pubblica, o di larga convergenza, o di natura istituzionale»
«Noi Moderati non fa il mestiere del rianimatore – esordisce Losardo in una nota stampa – apertamente persegue il principio fondante della democrazia secondo il quale chi è maggioranza governa e chi è minoranza fa proposte alternative e mira a scalzare la prima.
Da qualche mese, di fronte ad una strampalata crisi di convivenza all’interno della coalizione vincitrice alle elezioni del 2020, sembra che i rapporti politici si siano così avvitati su sé stessi da non far capire più niente ai cittadini, se trattasi di sanguinose faide personalistiche, come è più probabile dedurre, o di litigiose contrapposizioni amministrative.
Tuttavia – spiega Losardo – alcune delle più rinomate minoranze consiliari e i loro rispettivi partiti hanno inteso promuovere un soccorso rosso a quanti passano il tempo a sbranarsi tra di loro, mentre il debito aumenta a dismisura e i servizi pubblici assumono, sempre più, le sembianze di un Paese del quarto mondo.
Il tentativo di pace, messo in opera da quest’ultimi, si dirige verso un piano di “larga convergenza istituzionale”, di cui l’artefice, con la sua potestà, dovrebbe essere il sindaco. Da qui, la necessità di azzerare preventivamente l’esecutiv».
Gli incontri plurilaterali, ormai, non si contano più. «Ognuno di questi è interlocutorio per quello successivo. Cancellata di netto, dall’agenda politica, qualsiasi normale battaglia consiliare d’opposizione amministrativa da parte delle minoranze».
Dagli insistenti incontri plurisettimanali «sembra emergere solo una categoria di politici, quelli dei non pensanti, ex benpensanti, che si presta, scambievolmente, a diventare la casta degli utili idioti di turno per una felice soluzione inciuciaria. Un altro sforzicino, nei prossimi giorni, e se non succede qualche imprevisto, si darà vita alla mezza-convergenza istituzionale.
Parole inusitate – incalza Losardo – queste, per indicare che il sindaco, ripresosi appieno il suo ruolo di capo dell’amministrazione, dopo avere tolto, di botto, il blasone ai cinque suoi assessori naturali, nominerà due assessori e mezzo, presi tra il gruppo della maggioranza, e altri due e mezzo tra quello della minoranza.
Sono queste le proposte in campo, che nessuno potrà mai smentire. Vale a dire, mescoliamo le nostre politiche, tanto si somigliano. Facciamo diventare uguali i diversi.
Alla fine, i programmi si possono sempre sovrapporre ad un anno, o pochino di più, dal termine naturale della consiliatura».
Il destino della consiliatura «oggi è nelle mani di quanti, non potendosi definire più né maggioranza, né opposizione, sono gli estremi sostenitori dello status quo, nel senso del comune sentire di rendere “stabile” una maggioranza “instabile”.
Il totale fallimento delle casse comunali e una nuova gogna tributaria per cinque anni non contano un bel fico secco in una eventuale riattribuzione del potere a coloro che ne sono stati gli artefici.
Un sindaco che azzera una giunta, pur avendone cantato le magnificenze, merita, secondo larghe schiere dell’opposizione, di essere sostenuto e sorretto.
Nessuno può sapere in nome e per conto di quali interessi ideologici e materiali lo si faccia. Ma va fatto. All’ideologia del qualunquismo è molto difficile resistere».