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Concorso ufficio del processo, scatta il ricorso per presunte irregolarità

L’avvocato Danilo Granata: «Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in riferimento alle irregolarità della prova scritta e stanno già partendo i primi ricorsi al Tar»

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PAOLA (Cs) – Scattano i primi ricorsi al Tar Lazio per presunte irregolarità riscontrate da candidati nel concorso per l’ufficio del processo.

L’Ufficio per il processo è un organismo interno al Ministero della Giustizia, operativo presso i tribunali ordinari e presso le Corti d’appello. Esso ha l’obiettivo di “garantire la ragionevole durata del processo, attraverso l’innovazione dei modelli organizzativi ed assicurando un più efficiente impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.

Questo istituto, già presente in altri Paesi del mondo, parte dalla consapevolezza che i magistrati hanno bisogno di uno staff che possa coadiuvarli, soprattutto nelle attività complementari rispetto a quelle strettamente connesse alla giurisdizione. Allo stesso tempo si è reso necessario ripensare le logiche organizzative del lavoro, integrando la transizione digitale.

L’investimento del PNRR comprende infatti anche la formazione a sostegno della transizione digitale nel sistema giudiziario. Nell’Ufficio per il Processo prestano servizio:
Personale amministrativo: svolge i compiti individuati dal dirigente insieme al capo dell’ufficio
Magistrati togati e giudici onorari: compiono tutti gli atti preparatori utili all’esercizio della funzione giurisdizionale
Tirocinanti: coadiuvano uno o più giudici, compiendo atti preparatori per l’esercizio della funzione giurisdizionale o svolgono compiti di natura amministrativa

Gli addetti all’ufficio per il processo rappresentano una importante risorsa per i tribunali e, in generale, per gli organi giudicanti.

Gli stessi si occupano infatti di collaborare in tutte le attività collaterali all’organo giudicante, ovvero: ricerca, coordinamento del personale, studio dei fascicoli, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti.

In particolare, gli addetti all’ufficio del processo avranno il compito di: collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza; predisporre le bozze di provvedimenti; collaborare alla raccolta della prova dichiarativa nel processo civile.

Per quanto riguarda il loro inquadramento, la Ministra Cartabia nell’indire il precedente concorso aveva chiarito che: “Il reclutamento avviene con dei contratti a tempo determinato, come per tutte le assunzioni previste dal PNRR, in quanto il tutto si deve esaurire nell’arco temporale previsto dal Piano.

Saranno dipendenti dell’amministrazione della giustizia a tutti gli effetti perché saranno inquadrati con un livello professionale abbastanza significativo, profili dell’aria terza, posizione economica F1.”

Gli addetti all’Ufficio per il Processo sono equiparati ai profili di Area III posizione economica F1, quindi percepiscono uno stipendio di circa 1700 euro/mese lordi.

Dopo il maxi – concorso 2021, molti UPP hanno visto prorogare il loro contratto a tempo determinato e taluni hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione.

Quest’anno il Ministero della Giustizia, in collaborazione con Formez Pa, ha indetto un nuovo concorso pubblico, per titoli ed esami, su base distrettuale, per il reclutamento a tempo determinato di 3.946 unità UPP al fine di rafforzare l’organico dell’apparato Giustizia.

Anche quest’anno, il bando ha previsto una prova scritta formata da 40 quesiti a scelta multipla e una fase di valutazione dei titoli. Come ogni concorso Ripam, per essere idonei occorre aver superato i 21/30esimi e, in tal caso, si ha accesso alla fase di valutazione titoli.

E, anche quest’anno, come nel 2021, non sono mancate le criticità della selezione: quesiti errati, mal formulati, relativi a materie non previste dal bando. In un turno è stata addirittura annullata (dopo lo svolgimento della prova) una domanda e adesso pare siano in corso le rielaborazioni dei punteggi su 39 quesiti piuttosto che 40.

La giurisprudenza insegna che se è il merito che deve essere premiato, soprattutto per la delicatezza del ruolo da ricoprire, la selezione deve essere condotta secondo parametri precisi.

«Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in riferimento alle irregolarità della prova scritta e stanno già partendo i primi ricorsi al Tar», spiega in una nota l’avvocato Danilo Granata, esperto amministrativo in materia di concorsi pubblici, che nel 2021 ha ottenuto plurime vittorie in riferimento allo stesso concorso.

“Quest’anno la prova, rispetto a quella del 2021, era indubbiamente più difficile, ma fa specie notare come gli errori del passato si siano puntualmente ripresentati. Lo Studio ha già raccolto diversi quesiti anomali, e tra questi, a titolo esemplificativo, una domanda sull’art. 25 della L. 241/1990 (accesso agli atti) recante una soluzione – per me – sicuramente erronea”.

“Come al solito, non possiamo far altro che confidare nella Giustizia, sperando che il concorso venga riportato sui binari dell’equità e del giusto procedimento al fine di garantire che davvero “i migliori” vengano selezionati”.

Lo Studio Granata nel 2022 ha incardinato ben 24 giudizi (diversi collettivi) al Tar Roma sullo stesso concorso e, in quell’occasione, grazie ai ricorsi, oltre 50 concorsisti hanno ricevuto il riesame del proprio punteggio da parte di Formez Pa e alcuni di loro sono divenuti addirittura vincitori e prestano ancora oggi servizio come UPP.

C’è grande attesa per le graduatorie finali di merito su base distrettuale, considerato che è uno dei concorsi più ambito per i giuristi ma anche per gli economi vista la riserva di posti per ogni Distretto.

giovannifolino@calabriainchieste.it