CATANZARO – Il segretario generale Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre interviene in merito all’ordinanza predisposta dal presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, che vieta agli operai di lavorare nelle ore più calde del giorno.

«Chi la dura la vince. Il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, sabato scorso, dopo varie nostre sollecitazioni, con una propria ordinanza ha emanato le linee di indirizzo contro il rischio caldo sui posti di lavoro», scrive il sindacato.

L’ordinanza del presidente, fortemente sollecitata dalla Fillea Cgil Calabria, «mira a tutelare i lavoratori disponendo il divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16.00, con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2024, sull’intero territorio regionale».

Il divieto si applica «nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili e affini, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito Workclimate riferita a: lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa ore 12.00, segnali un livello di rischio alto».

L’ordinanza del presidente Occhiuto, quindi, «prende atto, come più volte avevamo sostenuto pubblicamente, della necessità, in condizioni di esposizione prolungata al sole, di ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute e, quindi, i rischi cui è esposto il personale evitando così conseguenze gravemente pregiudizievoli».

Come Fillea Cgil Calabria, «nel dirci soddisfatti dell’ordinanza emessa del presidente Occhiuto, riteniamo che questa, però, debba essere estesa anche ai lavoratori di altri settori come a esempio a quei lavoratori che svolgono attività fisica rilevante o che sono impegnati in ambienti chiusi senza una ventilazione adeguata».

In considerazione delle «sempre più frequenti estati torride e, soprattutto, dei cambiamenti climatici che determinano sempre più notevoli ricadute nella salute e nella sicurezza sul lavoro, riteniamo necessario che lo stress termico non venga più considerato straordinario e che, quindi, sia  indispensabile un intervento normativo strutturale del Governo Nazionale che riconosca definitivamente per i lavoratori della filiera delle costruzioni l’accesso alla cassa integrazione ordinaria per eventi climatici, fuori dal contatore delle 52 settimane massime attualmente previste e preveda tutele automatiche per tutti i tipi di lavoratori, dipendenti e autonomi, con l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi con le Rsu e le OOSS con particolare attenzione alle piccole aziende».

Infine: «Ora auspichiamo e chiediamo che tutte le aziende facciano la loro parte e che ci sia, su tutto il territorio regionale, il massimo controllo da parte degli Ispettorati Territoriali del Lavoro (ITL) sulla corretta applicazione dell’ordinanza per evitarne l’uso distorto».

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