RENDE (Cs) – «Il vero e unico problema delle proteste dei commercianti sulla costruenda pista ciclabile in città è stata l’assenza di una chiara e condivisa visione del progetto da parte della passata amministrazione».
E’ la presa di posizione del gruppo territoriale del Movimento 5 stelle di Rende.
Che entra più nel merito: «Tale assenza è alla base della mancata comunicazione istituzionale con i portatori di interesse: i cittadini in generale, i commercianti in particolare.
Non basta infatti spendere i soldi pubblici per realizzare un progetto: l’idea deve essere valida, sostenuta e condivisa. È notorio che ogni novità comporta una paura, uscire dalla propria confort zone è sempre una sfida.
Tuttavia, in tutte le città dove si sono costruite infrastrutture dedicate alla mobilità dolce, a fronte di una possibile iniziale sfiducia dei cittadini, si sono rilevati enormi benefici.
Per questo non possiamo sostenere la deduzione secondo cui le ciclabili, riducendo i parcheggi causano anche un calo degli acquisti. Questo assunto non regge perché anche i ciclisti e i pedoni sono consumatori e se non possono raggiungere alcune zone della città per l’eccessiva presenza di auto (che in molte strade si traduce in velocità oltre i limiti di legge, traffico, inquinamento e parcheggi selvaggi), o per mancanza di collegamenti pubblici efficienti, spenderanno i loro soldi in altre zone più inclusive, dove è garantita la mobilità dolce e intermodale.
Un report del network Dutch cycling Embassy conclude che chi pedala innesca un beneficio economico di sessantotto centesimi per chilometro percorso, contro i trentasette centesimi delle auto ed i ventinove centesimi degli autobus.
E arriviamo così ad un altro problema che riguarda il trasporto pubblico locale, che non risulta essere confacente alle esigenze della cittadinanza, né conveniente visto che si preferisce ancora usare l’auto piuttosto che spostarsi in città con gli autobus.
Problema che non è stato risolto negli ultimi 10 anni in città ma che non possiamo esimerci dall’affrontare se vogliamo realizzare una città a misura di cittadino che può essere un pedone, un ciclista e non necessariamente solo un automobilista, come qualcuno vorrebbe.
Necessario dunque superare le incomprensioni per realizzare una città più sostenibile», conclude.