La lunga notte di discussione al Senato che consegna il varo del progetto, se portato a compimento, “darà forma istituzionale agli egoismi territoriali della parte più ricca del Paese, amplificando e cristallizzando i divari territoriali già esistenti, con gravissimo danno per le persone più vulnerabili e indifese”.
“La visione di crescita armonica per l’intero territorio nazionale richiamata anche dalla Conferenza Episcopale Calabra, non passa dalla “secessione dei ricchi” ma dalla valorizzazione delle peculiarità e di ogni realtà particolare, soprattutto delle aree più periferiche – afferma ancora Bruni -.
Voglio ricordare proprio il documento dei vescovi che faceva appello al principio di sussidiarietà, citando Papa Francesco: il principio di sussidiarietà ha un doppio dinamismo: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto”.
“Questo approccio richiama l’importanza di una politica inclusiva che promuova equità e solidarietà tra le diverse regioni del Paese. Non possiamo pensare di realizzare un futuro di tutela dei diritti costituzionali per tutti – e cito la garanzia della salute e dell’istruzione come esempio – dove le Regioni-Stato, con poteri estesissimi in materie fondamentali, innescheranno una dinamica di disintegrazione delle politiche e degli interventi. Le parole chiave restano integrazione e solidarietà. Nessuno deve restare indietro”.
“Questo non è il momento della rassegnazione – ha detto ancora la consigliera regionale democrat – Di fronte alle sfide poste dall’approvazione della legge sulle autonomie differenziate dobbiamo mobilitarci, partendo dall’organizzazione di occasioni di approfondimento e pubblica discussione.
Siamo già impegnati per mettere in campo numerose iniziative. Non possiamo restare indifferenti: è ancora più forte la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli”.
“Dobbiamo continuare a lottare – conclude Amalia Bruni – per un’Italia più unita e solidale, dove ogni regione possa prosperare senza lasciare indietro le più vulnerabili. Solo così potremo garantire un futuro migliore alla nostra regione. La battaglia più dura inizia adesso”.