COSENZA – Gli iscritti del Partito democratico di Cosenza – Giacomo Mancini, Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco – intervengono sulla vicenda del Palazzo Edera«Leggendo la nota diramata dall’amministrazione sul caso del palazzo Edera i nostri dubbi e le nostre perplessità, invece di dissolversi si sono ulteriormente accresciute». Infatti «apprendiamo che vi sarebbe una istanza all’OSL del 2020 “di indennizzo” nel periodo in cui era Sindaco il Senatore Occhiuto. La prima domanda che ci facciamo, ed a cui l’Amministrazione non sembra interessata a dare risposta, è perché l’OSL abbia deciso di lasciare inevasa per quattro anni la richiesta di ammissione al passivo della ditta interessata? Vi è corrispondenza tra l’OSL e l’amministrazione che possa disvelare la ragione di ciò, oppure i liquidatori nominati dal Ministero dell’Interno hanno semplicemente “dimenticato” di riconoscere il dovuto a un cittadino imprenditore, per come sembra volerci fare intendere l’Amministrazione?».
Ad onor del vero, «l’Amministrazione, quando dichiara che “al momento non è avvenuta alcuna valutazione”, in merito al riconoscimento del debito fuori bilancio per il pagamento dell’indennizzo richiesto dal proprietario all’OSL, ci rafforza nella convinzione che si voglia svilire la portata e l’importanza del deliberato stesso del Consiglio Comunale, nella parte in cui riconosce l’arricchimento dell’Ente per l’acquisizione del manufatto e la funzione sociale del manufatto stesso (destinato all’edilizia sociale)». Nel comunicato dell’amministrazione vi è, peraltro «un passaggio logico fondamentale, giacché si richiama la sentenza che riconosce la facoltà dell’Ente di convertire il diritto di superficie, ma non dice quando, e soprattutto chi, avrebbe formalizzato il passaggio di proprietà del manufatto dalla ditta costruttrice all’Ente». Infatti, «non si chiarisce per niente se questo passaggio di proprietà sia già avvenuto o debba ancora avvenire. Non solo, ma nella nota dell’Amministrazione non si chiarisce nemmeno se questa commissione prevista dalla convenzione edilizia (ancora vigente pure dopo la decadenza per decorrenza del termine assegnato per la realizzazione dell’intervento edilizio?) per la quantificazione dell’indennizzo sia stata mai costituita e abbia mai provveduto a deliberare». Nell’economia complessiva di quella delibera, quindi, «viste tutte queste omissioni, che sembrano suggerire tutte risposte negative, a cos’altro poteva servire quella parte dell’atto sull’utilità e la funzione sociale del manufatto, se non a fornire all’OSL l’elemento legittimante del riconoscimento del debito ex art 194 TUEL?L’Amministrazione non lo dice. Non sappiamo se perché non voglia o non possa dirlo».
Sempre a «tutela dell’immagine del nostro partito e dei nostri amministratori non vorremmo che nella città si possa insinuare il dubbio che attraverso la giusta esigenza – di “progettare, partecipare, attuare programmi di riqualificazione urbana, comunque denominati e/o attuare opere di edilizia e di urbanizzazione per conto di enti pubblici o di privati nonché di recuperare e riadattare immobili confiscati alle mafie ai fini dell’accoglienza, dell’inclusione e partecipazione sociale delle categorie svantaggiate in coordinamento con soggetti del terzo settore” – si riconoscano a privati indennizzi al momento non previsti». E, di fatto, «l’Amministrazione non cita alcun provvedimento giudiziario con valore di giudicato che liquidi il credito relativo all’indennizzo, come a riconoscere che si stia correndo un po’ troppo a dare per dovuto qualcosa che ancora dovuta non sarebbe».
Lo stesso richiamo della nota dell’Amministrazione «al fatto che la delibera sia stata approvata all’unanimità in Consiglio Comunale, non garantisce il fatto che questa sia esente da possibili errori, superficialità ed equivoci. Semmai sta a significare che la responsabilità di eventuali errori sarebbe a questo punto a carico di tutta la politica cosentina. E cosa sarebbe questo, se non l’indiretta rivendicazione della prassi consociativa e trasversale che in questi mesi denunciamo su tanti altri aspetti della vita amministrativa (giardinetti su Viale Mancini, prassi di bilancio, vicenda Amaco, ecc)?».Infine, ancora una volta «ribadiamo che questa ritrovata sintonia in Consiglio Comunale con l’opposizione e tra Giunta Regionale ed Amministrazione di Cosenza possa produrre risultati positivi nell’interesse della città anche a partire dall’Ospedale ed alle tante opere incompiute in città e che hanno bisogno di risorse finanziarie e di volontà politica. Ci chiediamo anzi cosa abbia speso a fare l’Amministrazione i (pochi) soldi dell’Ente per i (costosi) ricorsi contro gli atti della Giunta Regionale (ignominiosamente rigettati per carenza di dei presupposti minimi di ammissibilità), se poi basta così poco per intendersi».
Certo «per noi  iscritti che non siamo a conoscenza dei motivi per cui si è deciso di cambiare linea politica rispetto ai rapporti politici con l’opposizione Occhiuto in città e fra le Istituzioni Comune e Regione tutto ciò appare strano e poco comprensibile. Passare dalle pesanti denunce avanzate in campagna elettorale e ad inizio consiliatura di “portare i conti finanziari del Comune” alla magistratura, all’Embrassons Nousattuale diventa difficilmente comprensibile e giustificabile, se non spiegato adeguatamente». E se è difficile «per noi attivisti del Pd figuriamoci per la città, soprattutto quando  è diffuso ed alimentato il dubbio  e si parla, a Cosenza come in Calabria, di trasversalismo con l’avversario».

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