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Ambito territoriale sociale Paola-Cetraro, bilancio delle attività

Intervista di Calabria Inchieste alla responsabile dell’Ufficio di Piano, Annalisa Apicella. Ecco tutti i progetti adottati e quelli in cantiere. Attività e strategie di un soggetto strategico

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PAOLA (Cs)  Negli ultimi anni, l’Ambito territoriale sociale Paola-Cetraro, che comprende anche i comuni di Sangineto, Bonifati, Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo, San Lucido e Falconara Albanese, è molto attivo nel welfare, mettendo in campo iniziative importanti e lodevoli a favore dei più deboli e della fasce sociali in difficoltà.

Un’operatività incentivata anche dalla programmazione e dalle competenze della responsabile dell’Ufficio di Piano, l’avv. Annalisa Apicella, che ha risposto alle nostre domande.

Qual è la visione che dovrebbe avere un ambito territoriale sociale?

La risposta muta a seconda del contesto in cui ci troviamo. La Calabria sta lavorando bene, ha recuperato ritardi storici e i 32 Ambiti Territoriali che la compongono – pur con differenze – stanno tentando di fare del loro meglio per uniformare l’offerta.

La conoscenza del territorio, con tutte le sue specificità e caratteristiche, è però strategica.

Il welfare non va considerato come uno strumento per mettere in campo misure caritatevoli e misericordiose ma come spinta per lo sviluppo.

Noi, a Paola, lavoriamo ad  un complesso di progetti che si tramutano in interventi per le famiglie e con le famiglie. Questa condivisione di percorso la confrontiamo quotidianamente con il mondo del Terzo Settore e delle parti sociali e con i destinatari delle risorse che li trasforma in protagonisti del cambiamento e del miglioramento delle condizioni.

Com’è cambiato il mondo del welfare negli ultimi anni e come incide sul tessuto sociale maggiormente fragile?

Oggi vi è una maggiore consapevolezza che sistemi di protezione sociale robusti e ben disegnati svolgono un ruolo fondamentale per la costruzione di società coese ed economie solide. Questo accade anche durante spinte liberiste perché tutti, da dopo la crisi del 2008, riconoscono il valore del welfare State. Uno dei momenti che ha certificato questo cambio di attitudine è stata la proclamazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, decisa nel 2017 per ridurre le disuguaglianze e rafforzare i diritti sociali nell’Unione europea.

Qual è la programmazione messa in atto dall’ambito territoriale sociale Paola-Cetraro?

L’ Ambito è fortemente impegnato sui tutti i temi che notoriamente caratterizzano le politiche sociali: dalla disabilità alla famiglia, dalla povertà educativa alle diverse forme di emarginazione, dalla salute mentale dei più fragili, soprattutto giovani, alla presa in carico delle problematiche degli anziani.

Sulla disabilità  stiamo realizzando un importantissimo progetto di sostegno alle persone con disturbi dello spettro autistico – per circa 400.000 euro – che vede quattro associazioni collaborare in rete per la messa a sistema dei servizi da offrire. Andiamo dalla assistenza a scuola, a percorsi a cavallo, attività con i gruppi subacquei, camminate sull’appennino, la realizzazione di una radio.

Abbiamo il Progetto Dopo di Noi per la realizzazione di spazi e percorsi di autonomia  e inclusione delle persone diversamente abili e che rischiano di rimanere prive del supporto familiare.

Il PNRR 1.2 che prevede la realizzazione di una coabitazione destinata a sperimentare percorsi di autonomia con laboratori di pasticceria, panificazione e digitali in cui ci si possa sperimentare. Il progetto Sport e Disabilità che prevede l’installazione nei Comuni di Cetraro e Fuscaldo di spazi-gioco per ragazzi con abilità diverse. E sul Comune di San Lucido nasceranno dei tirocini di inclusione per persone che collaboreranno con lo stesso Ente comunale. E infine sta partendo il Fondo per le Non Autosufficienze

Sul tema delle famiglie e dei minori abbiamo un rapporto continuo e serrato con i servizi specialistici dell’ASP, come la neuropsichiatria, salute mentale, ed i consultori. Insieme a loro programmiamo e progettiamo diverse attività.

E abbiamo in corso una serie di protocolli d’intesa. Uno dei progetti più qualificati dell’Ambito è il Progetto chiamato Tata Matilda (ricordate cosa faceva Tata Matilda) che mira alla creazione di una serie di interventi per le famiglie più bisognose di supporto nella gestione della vita familiare e dei figli, con una attenzione prioritaria ai nati nei primi mille giorni di vita.

Si intende disegnare un programma di politiche sociali e familiari che ribadisce la centralità della famiglia e la necessità di rispondere in maniera adeguata ai nuovi bisogni sociali.

L’azione è indirizzata alla centralità della dimensione comunitaria, alla qualità della vita e delle relazioni, a trasformare gli interventi di sostegno nei confronti delle situazioni di bisogno in occasioni per concretizzare un territorio capace di prendersi cura delle persone.

Il progetto mira a: investire sui servizi a sostegno della natalità e della famiglia, promuovendo progetti rivolti alla prevenzione delle situazioni di debolezza e fragilità delle famiglie e di rinforzo alle competenze dei genitori; − promuovere le politiche a favore delle famiglie in una logica di sistema integrato, favorendo interventi e progetti volti a prevenire il disagio giovanile, sostenendo l’azione degli adulti significativi e lo sviluppo di una cultura del dialogo inter-generazionale e inter-culturale; −promuovere il benessere, l’inclusione dei giovani e la cittadinanza attiva globale, attraverso iniziative mirate a favorire stili di vita sani e a valorizzare la valenza educativa e di inclusione sociale dello sport;− rafforzare il rapporto comune-scuola, promuovendo patti ed alleanze educative.

A questo progetto particolarmente qualificante si aggancia poi il progetto PIPPI, destinato con maggiore attenzione ai bambini appena nati e che previene l’allontanamento dei minori dalle loro famiglie d’origine.

Da poco ci siamo aggiudicati un progetto che abbiamo chiamato Allattamento sicuro – che mira a realizzare percorsi di sostegno all’allattamento al seno, all’importanza dell’alimentazione prima e durante la gravidanza, al sostegno psicologico alle giovani famiglie che stanno affrontando i primi giorni di vita di un figlio.

E poi abbiamo ancora l’educativa domiciliare, per quelle famiglie più fragili e a rischio- il taxi solidale che consente alle persone sole e co un reddito basso di poter essere condotte verso la sede delle strutture sanitarie dopo poter fare esami medici o la visita al cimitero piuttosto che la spesa o l’acquisto dei farmaci.

Abbiamo in corso il rinnovo dei tirocini di inclusione attraverso i quali ci proponiamo di offrire un sostentamento al reddito ma anche una esperienza lavorativa-formativa.

Abbiamo il progetto di cohousing che stiamo realizzando nei Comuni di Sangineto e Paola

In questi anni ha acquisito molta esperienza nel settore delle politiche sociali, anche grazie ai vari ruoli che hai ricoperto in diversi enti. Sarebbe pertanto in grado di illustrare ciò che, secondo lei, manca a livello legislativo o cosa si potrebbe migliorare per poter dare risposte ancor più concrete ai cittadini?

Non ho dubbi che ciò su cui si deve agire è il sistema della formazione e dell’istruzione, più complessivamente della povertà educativa. Per il Sud, e in maniera ancor più drammatica per la Calabria. I tassi di istruzione sono tra i più bassi d’Europa. Ciò determina la prima forma di emarginazione lavorativa e poi sociale ed economica.

Dovremmo tutti, istituzioni, agenzie educative, terzo settore e famiglia, stringere un’alleanza per recuperare questo deficit che è come una cancrena. La Regione, con il dipartimento Formazione  e Lavoro e le categorie datoriali può fare molto. Alcune imprese – come Ferrovie – chiedono profili inesistenti.

Ricordo che quando sono stata in Regione, alcune aziende cercavano gruisti per il retroporto di Gioia Tauro e bullonisti. In Calabria erano professionalità che mancavano. Allora renderei obbligatoria la formazione professionale in base ai profili che servono. Anziché fare solo corsi per parrucchieri ed estetisti

Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine dell’Ambito Territoriale Sociale Paola-Cetraro?

Noi siamo soddisfatti di quello che abbiamo realizzato in questo anno. Si può dire che abbiamo seminato un campo che porterà frutti nel tempo. Non bisogna però avere fretta perché è molto importante che la serie di strumenti e interventi che stiamo costruendo sedimentino nel territorio, tra le famiglie, i cittadini sino a diventare sistema.

L’obiettivo di breve periodo è l’efficienza amministrativa, la progettualità, le attività di rendicontazione verso le Autorità sovraordinate.

Nel medio lungo periodo è un cambio di visione affinchè non si pensi alle politiche sociali come prestazioni a favore di utenti, ma come la realizzazione di un complesso sistema di luoghi e modelli organizzativi che favoriscano lo sviluppo di legami sociali in cuiognuno è considerato non solo beneficiario di servizi bensì anche potenziale soggetto attivo della comunità locale.

Il percorso è lungo e complicato ma la conclusione è lo sviluppa di valori quali la partecipazione, la sostenibilità, la cura della comunità, l’innovazione, la coesione, la prossimità e l’inclusione.