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Calcio, vergogna Italia: Gravina (Figc) non si dimette e blinda Luciano Spalletti

Il numero uno federale dopo il tonfo dell'Italia: «Accetto critiche costruttive, ma la politica non può chiedere dimissioni. Non ho la cultura di scappare o fuggire davanti a grandi responsabilità che mi riguardano»

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ROMA – Il presidente della Figc Gabriele Gravina ribadisce l’autonomia del sistema che dirige rispetto a prese di posizione della politica che puntano a condizionare le scelte sul mondo del pallone: lui, dunque, non si dimette, e blinda Luciano Spalletti.

«Accetto critiche costruttive, ma la politica non può chiedere dimissioni. Non ho la cultura di scappare o fuggire davanti a grandi responsabilità che mi riguardano – ha detto il numero uno federale – vanno distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, altrimenti corriamo il rischio di attaccare la parte tecnica per andare a finire in quella politica. Cerchiamo di dividere le due posizioni e ancoriamoci al senso di responsabilità».

Dopo aver difeso la sua posizione a capo della Federcalcio, Gravina blinda Luciano Spalletti e il suo percorso alla guida della Nazionale di calcio.

«Il progetto è triennale – sottolinea – è centrale un allenatore subentrato a 10 gare, con scarsa possibilità di avere sempre a disposizione i calciatori, in un panorama che prevede poco più di 100 selezionabili per la nazionale.

Oggi emerge a livello internazionale la necessità di ridurre quanto più possibile lo spazio delle nazionali, questo è l’amore che si ha per la Nazionale. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare. Fra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento, non possiamo pensare che in due mesi improvvisamente in Italia fioriscano i Mbappè, i Ronaldo e i Messi. Bisogna applicare la politica della valorizzazione del talento».